Correva l'anno 1983 e Midway, storica software house specializzata nello sviluppo e distribuzione di videogame, lanciò sul mercato delle console da bar un titolo di pura azione arcade che lasciò un segno nelle maree di ragazzini che affollavano le sale giochi. Spy Hunter metteva il giocatore nei panni di Alec Sets, agente della IES impegnato a contrastare la volontà di dominio del mondo della potente organizzazione criminale Nostra. Sets aveva a disposizione la G-6155, per gli amici Interceptor, ovvero un'automobile superdotata di una miriade di gadget e armi di vario genere, e in più con la capacità di trasformarsi in motocicletta o mezzo anfibio a seconda delle necessità.

Per via della sua immediatezza e semplicità (si trattava solo di correre e sparare), il gioco spopolò in tutti i bar del pianeta e trasmigrò anche sui game computer dell'epoca, come il Commodore 64, prima di finire nel dimenticatoio. Nel 2001 Midway decise di riproporre il titolo sulle nuove console a 128 bit, PS2 e Xbox prima di tutto; nonostante gli aggiornamenti grafici temperati dal tentativo di mantenere la freschezza del gioco originale, la prima riedizione di Spy Hunter non ebbe grande successo e nemmeno la seconda, uscita nel 2003. Nel 2006 cambia la musica: Midway ritenta la fortuna con il terzo capitolo della saga, Spy Hunter: Nowhere to run. Questa volta però il gameplay del gioco viene modificato, introducendo oltre alle solite spericolate corse in macchina, anche delle sezioni in cui l'agente Sets si trova a vagabondare per le mappe del gioco a piedi, in modalità di gioco a metà tra lo sparatutto in terza persona e il picchiaduro classico. Inoltre al protagonista vengono dati il volto e le movenze del principale attore macho del primo ventunesimo secolo, vale a dire The Rock (Il re scorpione, Doom).

Fin da subito il passaggio sul grande schermo appare scontato. Anzi, le indiscrezioni volevano che gioco e film uscissero in contemporanea ma problemi di produzione da una parte, e la volontà di Midiway di cominciare a rientrare dai costi dall'altra, ha spinto la software house ad anticipare l'uscita nei negozi del videogame. A distanza di quasi un anno il progetto del film riprende vigore, tanto che la Universal ha annunciato ufficialmente il nome del regista: si tratta di Paul W.S. Anderson, noto (qualcuno direbbe tristemente) agli appassionati di fantascienza per aver diretto pellicole quali Soldier e l'orrorifico Event Horizon. Anderson si è anche specializzato nella conversione cinematografica di videogame, avendo già diretto il primo Mortal Kombat nonché Aliev vs Predator; in ossequio alla regole del "non c'è due senza tre" il regista inglese ci riprova, si spera con risultati migliori.

Tanto più che Anderson non si limiterà a dirigere, ma metterà anche mano allo script, già supervisionato da una miriade di autori tra i quali Michael Brandt, Derek Haas, Zak Penn e Stuart Beattie. Per quanto riguarda Dwayne Johnson (vero nome di The Rock), non è chiaro se sarà ancora disponibile a mettersi al volante della Interceptor. Di certo c'è che il film sarà tutto azione ed effetti speciali in computergrafica, e la spettacolarità dovrebbe essere garantita dagli algoritmi di morphing ormai a livelli impressionanti (basta vedere i trailer dell'imminente Transformers per rendersene conto). Restano le perplessità per la scelta della regia: se si pensa che all'inizio, al timone del progetto ci si era messo un certo John Woo...