L'esistenza di Second Life, il famoso mondo virtuale accessibile in Rete, dentro cui milioni di persone e società animano tutti i giorni i loro avatar, si rivela sempre di più un terremoto sociale: polemiche, prese di posizione scandalizzate, dichiarazioni entusiaste, speculazioni mentali e non solo; si possono ascoltare opinioni di tutti i tipi ormai, e i giornali ne parlano sempre più spesso, attirati dall'occasione di un blaterare sul niente che, eccezionalmente, attrae una vasta fetta della popolazione del mondo più tecnologico.
Tra le prese di posizione più polemiche c'è quella di Darren Barefoot, un blogger americano esperto di tecnologia che, in controtendenza a quanto ci si aspetterebbe da una persona come lui, tende a porre in ridicolo chi decide di vivere sempre più massicciamente sul web la propria seconda vita; per cui, tramite l'apertura di un sito chiamato Get a first life, Barefoot invita a vivere la propria vita fuori dalla Rete, in un crescendo di affermazioni ovvie ma non per questo meno vere, del tipo “Esci di casa, puoi abbonarti gratuitamente”, oppure sottolineando che per vivere normalmente non c'è bisogno di nessuna connessione veloce, e i che cinque sensi animali che già possediamo sono decisamente sufficienti a farci passare il nostro tempo con lieta e gaia spensieratezza.
A suggellare tutta la critica verso Second Life, il blogger statunitense mette in vendita una maglietta con l'immagine_logo del sito pro vita analogica, e chiede esplicitamente che venga indossatata soltanto nella vita reale.
Se questa visione del mondo appare ai più quanto meno saggia, non vanno però










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