raccontata da Riccardo Valla

Storia della fantascienza

La storia della fantascienza, dall'epoca di Verne e Wells fino all'era del cyberpunk, è affascinante. Riccardo Valla, uno dei maggiori esperti italiani, ce la racconta un po' per volta, in ordine sparso.

Concludevamo il primo articolo di questa serie con un cenno a due riviste di ristampe, Fantastic Novels e Famous Fantastic Mysteries, che iniziarono le pubblicazioni verso il 1940 e sopravvissero per una quindicina di anni. Uscivano a mesi alterni, ed erano pubblicate dallo stesso editore; il fatto che si trattasse di due testate serviva a mantenerle in esposizione in edicola per due mesi. Per dare un'idea della loro produzione, FN pubblicò romanzi come The Blind Spot di Hall e Flint (avventure in un mondo di un'altra dimensione a cui si accede da un passaggio situato nel nostro mondo: il "foro cieco" del titolo), la serie dell'atomo d'oro di Ray Cummings (viaggio in un atomo, come in una famosa avventura dei fumetti di Brick Bradford), la serie dei Radio Men di Ralph Milne Farley (avventure su un pianeta dove le creature comunicano mediante onde radio), The Second Deluge di Garrett P. Serviss (distruzione della vita sulla terra a causa di una cometa e costruzione di una nuova "arca"), The Mad Planet di Murray Leinster (i racconti del Pianeta dimenticato: su un pianeta rimasto isolato per migliaia di anni gli insetti raggiungono dimensioni gigantesche e danno la caccia agli uomini), The Golden Blight di England (tutto l'oro del mondo diventa inutilizzabile e l'economia va in rovina), e una vasta serie di romanzi di Abraham Merritt.

Una produzione, questa di FN, vicina alle storie fantascientifiche di Burroughs (visita a luoghi sconosciuti, incontro con qualche bella principessa, lotte in cui il visitatore terrestre ha modo di farsi onore), e in complesso vi manca sia il tipo di storia che piaceva a Campbell - quella in cui si cerca di mostrare la vita quotidiana del futuro - sia quello delle riviste popolari di fantascienza di quegli anni, ossia la space opera con astronavi, armi straordinarie, strane razze aliene. L'altra rivista di ristampe, FFM, presentava una produzione un po' più classica; pubblicava inizialmente sei o sette romanzi a puntate, a imitazione di Argosy, ma in seguito passò a un romanzo ogni fascicolo. Anche questa testata attingeva alla produzione pulp degli anni 20, con Cummings e Farley, e anch'essa pubblicava molto Merritt, ma pubblicava anche materiale più vecchio, come le opere fantastiche di Wells, London e Haggard, e storie fantasy-horror come quelle di Hodgson e della Stevens. Spesso queste due collane avevano belle illustrazioni di Virgil Finlay, ma è interessante notare come la produzione avventurosa che veniva pubblicata dalle riviste "generaliste", prima che uscissero le riviste di fantascienza specializzate, abbia avuto una vita abbastanza lunga: la produzione di Farley e di Cummings è stata ristampata regolarmente, con almeno un'edizione ogni dieci anni, e una volta scomparse le riviste di fantascienza più avventurose è ancora stata riproposta in volume tascabile negli anni 60, accanto alle opere di Farmer, Silverberg, Brunner e Anderson.

Può essere interessante vedere come si siano sviluppate le principali tematiche e come i singoli scrittori si siano mossi tra queste riviste. L'energia atomica entra nelle riviste di fantascienza verso il 1930; prima con le storie superscientifiche poi come argomento suggerito da Campbell ai suoi autori; nelle storie di "Aarn Munro" scritte da Campbell, che sono le storie di super-scienza più note in Italia, ci sono accenni a motori atomici, bombe atomiche e centrali a energia atomica, ma con questo termine non si intendeva qualcosa di simile alle pile atomiche e alle bombe atomiche che conosciamo: dagli accenni che fanno, con "energia atomica" questi scrittori pensavano a qualcosa di simile alla fusione fredda, e l'idea veniva loro dalle reazioni atomiche solari. Campbell aveva tratto da Wells l'idea dell'esaurimento progressivo delle fonti di energia e vedeva come sola via d'uscita l'energia dell'atomo: perciò suggeriva l'argomento ai suoi lettori. Alfred E. van Vogt con L'Impero dell'Atomo e il ciclo di Isher, e negli stessi anni Heinlein e Asimov descrissero società basate sull'energia atomica. La più singolare di queste società è quella dell'Impero dell'Atomo: un impero barbarico del futuro che tuttavia possiede ancora due tecnologie del passato: la capacità di costruire astronavi e centrali atomiche. Curioso anche come questa serie sia apparsa quando usciva la serie della Fondazione di Asimov e come sia anch'essa ispirata alla Roma della decadenza. Evidentemente Campbell deve avere parlato sia a van Vogt sia ad Asimov delle sue idee sull'impero romano. Il modo in cui parla di energia atomica il ciclo isheriano è però piuttosto personale e ha pochi punti di contatto con la scienza ufficiale: l'"energia atomica" della civiltà Isher ha due aspetti: il primo è la capacità di produrre reazioni atomiche limitate a un preciso numero di fissioni atomiche, il secondo è quello di produrre "raggi atomici" che cambiano le consistenza della materia e possono renderla leggerissima - tanto da passare attraverso i muri - o durissima. Nel complesso si ha l'impressione che van Vogt, invece di perdere tempo a documentarsi sulla scienza dell'epoca, facesse più in fretta a inventarsela.

Altro tema è quello delle intelligenze artificiali. I robot del dramma teatrale di Capek che diede loro il nome erano degli androidi, più che dei robot, ma creature di ferro comparivano già in Merritt. La loro natura metallica, comunque, non indicava che fossero artificiali: erano di metallo perché venivano da altri pianeti. A volte si hanno anche nuovi corpi di metallo in cui viene trapiantato un cervello: una nota serie di questo genere è quella del professor Jamieson, il quale riceve un nuovo corpo da una razza di extraterrestri dal corpo metallico e viaggia con loro su una serie di pianeti. Un primo robot indipendente è quello di Binder, Adam Link, protagonista di una serie di storie che precede i robot di Asimov. Negli anni 40 però quelli asimoviani erano solo un piccolo gruppo tra tanti altri e le "tre leggi della robotica" una curiosità, non quella sorta di comandamenti per robot e scrittori che divennero poi: c'era un robot tra i compagni di Captain Future, c'erano quello di Binder e quelli di Williamson, gli "umanoidi" (cioè robot umanoidi, diversi da quelli inseriti nelle macchine - meccanoidi - e così via). Questi ultimi sono macchine fatte per servire l'uomo e anche per proteggerlo; lo proteggono fino al punto di diventare un po' asfissianti.

L'impero delle galassie viene probabilmente dai romanzi di E.E. Smith dei Lensman, in cui i "buoni" combattono contro una specie di impero tirannico. Inizialmente, l'impero non viene visto con simpatia: anche van Vogt presenta un impero galattico come nemico nel ciclo del non-A (e la situazione è come quella di Guerre Stellari: da una parte una federazione democratica e dall'altra un impero autoritario; il modello è però quello della Grecia contro la Persia). Da entità tirannica e negativa, l'impero diventa una entità positiva o indifferente con Asimov.

I viaggi nel tempo sono un'idea di Wells, ma questi li introduceva come una sorta di moderna macchina teatrale per scrivere uno di quei romanzi utopici in cui qualche contemporaneo andava nel futuro e poi tornava per raccontare ciò che aveva visto. Invece di andarvi in sogno, il viaggiatore di Wells usava l'equivalente di una di quelle automobili che cominciavano ad apparire in quegli anni. In genere, per una ventina di anni, l'idea di viaggiare nel tempo viene usata al solo scopo di far avvenire strani incontri fra contemporanei e uomini del passato o del futuro. Uno dei primi romanzi sul tempo con una trama più complessa è The Time Stream di John Taine. In esso, il "fiume del tempo" è circolare, e il lontano futuro coincide con il lontano passato e in entrambi c'è una società statica, perfetta, basata sulla ragione. Due dei suoi abitanti, però, vogliono sposarsi nonostante la loro unione sia considerata negativa dalla scienza, e allora, per mostrare loro le ripercussioni che avrebbe quel matrimonio, li inviano nel fiume del tempo perché vedano le guerre e le distruzioni che sorgerebbero dalla loro unione. Da questo romanzo dei primi anni 30 si vede come la fantascienza stesse avvicinandosi al concetto di "paradosso temporale", articolato nelle sue varie forme, da quella dei presenti alternativi in lotta tra loro, a quella del viaggiatore che, tornando indietro nel passato, lo cambia in un modo che rende impossibile la sua esistenza. Il più famoso romanzo sugli universi alternativi è La legione del tempo di Jack Williamson, in cui una decisione presa nel nostro tempo può dare origine, in alternativa, a una società dittatoriale o a una più libera, entrambe capaci di viaggiare nel tempo. Gli agenti dell'una e dell'altra si affrontano nel nostro tempo per eliminare il filone temporale avversario. Gli altri tipi di paradosso vengono in prevalenza dalla rivista Astounding dell'epoca in cui cercava racconti dal finale a sorpresa, e l'idea è stata poi ulteriormente raffinata dagli autori di Campbell.

Gli alieni sono un tema relativamente tardo nella fantascienza, perché in genere, nella prima fantascienza, gli altri pianeti sono abitati da razze non molto diverse dalla nostra. Gli alieni cominciano a comparire verso il 1930, ma in genere gli incontri sono scontri contro qualche astronave aliena che vuole invadere la terra. Una curiosa trama dei primi tempi è quella del ciclo lunare di Burroughs, in cui alcuni uomini arrivano sulla luna con un'astronave da loro costruita, i lunari la copiano, ne costruiscono una flotta e conquistano la terra. Succede la stessa cosa nei romanzi di Tumitak dei Corridoi scritti da Tanner. Quanto ai contatti tra culture che saranno il piatto forte della fantascienza degli anni 70 e 80, non pare che scrittori e lettori di fantascienza fossero molto interessati a entrare nella mentalità di altre possibili razze, tanto che il solo che lo facesse, Weinbaum, è diventato famoso per i suoi ritratti di alieni. In seguito, in questi ritratti di alieni si distinse Simak, ma all'epoca la produzione di Simak era abbastanza limitata. Ne parleremo nella prossima puntata, che sarà dedicata al passaggio da queste riviste "pulp" alle riviste formato "digest" verso il 1950.

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