Entrarono nella stanza e vennero travolti dall’ondata emotiva. Nonostante il calmante, la ragazza era sconvolta e in preda alla disperazione. A guardarla non dimostrava neppure i suoi diciassette anni, gli occhi grandi e umidi erano quelli di una bambina, il viso sfatto dal dolore e i lineamenti contratti non la invecchiavano affatto. Non alzò la testa al loro ingresso, rimase a torturare il pendente della collanina a forma di conchiglia tirando su con il naso. Marg percepì l’immagine di un posto cupo, un parco all’ombra della zona industriale, pieno di mattonelle di marmo in mezzo all’erba. Lapidi? Un cimitero?- Che abbiano esagerato con i sedativi? - sussurrò Ewan.- E’ lucida - ribatté secca Marg. - Proseguiamo.- Programma adolescenti?- Sì.Le pareti della stanza mutarono con un piccolo brivido. Ora erano seduti al tavolo di una cucina qualunque, calda e accogliente, un’atmosfera intima che invogliava le confidenze. Non quelle cucine troppo vissute, caotiche e disordinate, che ricordano squallori di vite sempre uguali e senza via d’uscita. Quello era un posto in cui si poteva percepire la presenza e l’attenzione della famiglia, il senso di rilassatezza che proviene dal sapere che c’è qualcuno che si farà carico dei tuoi problemi. C’era luce, ordine e silenzio rotto solo dal pigro ticchettare dell’orologio a muro.- Non mi importa - dichiarò la ragazza prima ancora che i due si presentassero. Le labbra tremavano ma la voce era chiara e decisa. - Niente ha più importanza.

- Non ti importa che sia morto? Perché non lo conoscevi?

- Perché non capirete. Perché nessuno può capire.

Ewan sospirò. - Noi siamo qui per questo. Per capire. Per aiutare.

- E’ morto - sbottò acida. - Che c’è da capire? Che c’è da aiutare? E’ finita.

- Chi era? - tagliò corto Marg.

Distolse lo sguardo. - Moon.

- Il nome? Il cognome?

- Moon e basta.

- Va bene. Come l’hai conosciuto?

- Lavorava con mio padre e mio fratello alla “Shell Gifts co.”, durante le vacanze ci ho lavorato anch’io.

- Eravate amanti?

L’immagine apparve e scomparve come un refolo di vento. Un ragazzo, che Margaret riconobbe come la vittima, la teneva abbracciata. Lui le appoggiò un dito sulle labbra con delicatezza. “Ti amo completamente e perfettamente” stava dicendo con un sorriso dolce. Poi più nulla, solo l’eco del sorriso e il profumo di una promessa. Marg si sentì stringere il cuore, l’emozione era stata straordinariamente intesa. Avrebbe pagato per viverla in prima persona.

Con un calcio rabbioso la ragazza spinse via la seggiola. - No!

La rapidità e la veemenza della risposta fecero storcere il naso a Ewan che trasmise la sua impressione a Marg: “delitto passionale?”. Marg la modificò rilanciandogliela “genitori poco comprensivi?”.

- Dicci quello che sai - la incoraggiò dolcemente Ewan. - Poi ti lasceremo in pace. Abbiamo bisogno di sapere cosa può essergli successo... e chi sia stato. Tu hai qualche idea in proposito?

Ancora la visione di quello strano cimitero e delle piccole lapidi. Era deserto, non ci passeggiava nessuno. Al contrario di prima, ora non c’erano emozioni di sorta, c’erano il grigiore e la staticità di un film muto. Ewan arricchì l’immagine con l’insegna del cancello: conosceva quel posto.

- Tutti gli volevano bene. Tutti - il labbro riprese a tremarle. Si alzò girando le spalle ai due poliziotti. - Non parlo per me, parlo per tutti quelli che lo avevano conosciuto. Era la luce. E ora tornerà il buio.

4

Greg aveva passato una meravigliosa giornata. Soddisfacente sotto ogni punto di vista. Persino la passeggiata sotto la pioggia per rincasare, il rumore dei gabbiani che banchettavano con i rifiuti, le nuvole rosate sospese sopra le ciminiere. Tutto era al suo posto dopo le ore di lavoro che lo avevano lasciato piacevolmente stanco e in pace con il mondo.“Sono felice” pensò senza un motivo particolare. Le dita si tuffarono in tasca ad accarezzare il suo amuleto portafortuna fatto di conchiglie: un trifoglio iridescente che amava far roteare nella mano come in un gioco di prestigio. Allungò un braccio sulle spalle di Moon e lo strinse con l’affetto impacciato di un orso grizzly.- Vuoi che ti accompagni a casa, ragazzo?Moon ondeggiò sotto la stretta con il suo impermeabile color zafferano dei grandi magazzini. - La ringrazio per il pensiero, Mr. Munro. Ma preferirei restare fuori ancora un po’.Il volto segnato dalle rughe e dalle cicatrici di Greg si distese in un sorriso deliziato. - In verità nemmeno io ho voglia di rientrare a casa con una così bella serata. Chi lo avesse sentito in quel momento gli avrebbe lanciato uno sguardo scandalizzato. Ancor peggio sentendo vibrare la nota sincera nella sua voce.Il ragazzo espose le gengive pallide in un sorriso sghembo e quasi comico. - Ho sempre pensato di chiederle una lezione di freccette, Mr. Munro. So che è tuttora campione in carica al pub Prince Bonnie. Magari una sera potrei ammirare il suo famoso “lancio del cobra”. La birra la offro io.

Greg scoppiò in una risata calorosa. - Parola mia, tu mi leggi nel pensiero figliolo. Aye! E’ proprio quello di cui sentivo il bisogno, la perfetta conclusione della giornata. E giuro che ti rivelerò segreti sulle freccette che pensavo mi sarei portato nella tomba - L’euforia gli passò di colpo. - Ma... forse tu avrai altri progetti che non passare il sabato sera con pescatori in pensione perennemente ubriachi e chiassosi.

In un flash rivide Peer e il suo sguardo carico di odio mentre gli urlava tutto il suo disprezzo: “patetiche nullità, ecco cosa siete, bavosi vecchi rinchiusi in un locale puzzolente e rivangare le stesse squallide storie, a eccitarsi per un tiro a freccette, a gonfiarsi lo stomaco di acqua sporca, a piangersi addosso per il lavoro perso, i figli ingrati, il governo ladro. Pensi che non sia già abbastanza umiliante vederti tornare a casa in quello stato? Vuoi che venga con te, vuoi che diventi come te? Un campione di rutti a squadre? Falla finita e guardati allo specchio una buona volta”.

Si strinse nelle spalle con un sospiro. Nessuno era come Moon, era una perla in una discarica. Avrebbe voluto tenerselo stretto, magari in una tasca, al sicuro, come il suo amuleto di conchiglie.