Si affollano i cieli di Marte. Dopo la Mars Global Surveyor (NASA) attiva dal settembre 1997 e tutt'ora funzionante, la Mars Odissey (NASA) in operazione dall'autunno 2001, e la Mars Express (ESA) attiva dalla fine del 2003, il 10 marzo scorso la Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) ha compiuto con successo la delicata manovra di accensione del motore per l'aerofrenata che le ha consentito l'ingresso nell'orbita prevista, e si è aggiunta così alla nutrita pattuglia di sonde terrestri intorno al Pianeta Rosso. Partita lo scorso 12 agosto e dopo un viaggio di 500 milioni di chilometri la nuova sonda, progettata e gestita dal solito Jet Propulsion Laboratory su un budget complessivo di circa 720 milioni di dollari, promette meraviglie. Con lo specifico proposito di studiare come mai prima d'ora tutti i livelli del "sistema Marte", dall'alta atmosfera, al sottosuolo, la MRO ha a bordo sei strumenti tra cui il più potente sensore CCD che sia mai stato in orbita intorno a Marte. Basti pensare che le immagini che la MRO sarà in grado di inviare sulla Terra avranno una risoluzione tale da consentire di distinguere particolari sulla superficie del pianeta delle dimensioni dell'ordine di un piatto, mentre fino a ora gli zoom più potenti in orbita erano in grado di distinguere al massimo oggetti grossi quanto un tavolo. Nel complesso i tre obiettivi principali della sonda sono molto ambiziosi: studiare il clima di Marte e i fenomeni che ne hanno modellato la superficie; trovare le zone del pianeta in cui gli effetti della presenza di acqua allo stato liquido possono aver lasciato tracce di attività biologica passate o addirittura presenti, e infine identificare altri possibili siti di atterraggio per future missioni. La MRO si colloca infatti all'interno del più vasto programma americano di missioni marziane che, passando per il Phoenix Mars Scout, che dovrebbe atterrare sul ghiaccio da qualche parte nei pressi del Polo Nord marziano nel maggio 2008 e il Mars Science Laboratory, un rover particolarmente rivolto ad analisi geologiche e biologiche che dovrebbe assere attivo sulla superficie del Pianeta Rosso per un anno marziano a partire dal 2009, dovrebbero fungere da missioni propedeutiche di quella Visione dell'Esplorazione dello Spazio che, secondo i proclami di George W. Bush, dovrebbe portare l'uomo su Marte entro il 2030.