Per tutti i detrattori che prosperano in rete è sicuramente una buona notizia, sicuramente meno per quella cinquantina di persone che componevano la crew della serie. In data 2 marzo la ABC ha fatto sapere al produttore esecutivo di Life on Mars che la serie non andrà oltre i 17 episodi previsti per quella che in origine era la prima stagione.
Le ragioni alla base della cancellazione sono molteplici e quella degli ascolti calanti è forse la meno importante. Sono tre i veri motivi dello scacco: l'eccessiva pausa tra il fermo natalizio e il conseguente ritorno; lo spostamento del giorno di messa in onda, che in teoria doveva favorirla perché piazzata dopo Lost, ma in realtà capace solo di farle perdere pubblico; il salto cronologico degli episodi.
L'episodio con il quale si fermava la serie durante il periodo natalizio si chiudeva su una situazione misteriosa e coinvolgente. Al rientro, gli spettatori non si sono trovati di fronte al proseguimento della vicenda, ma a un episodio che sarebbe dovuto venire dopo e che era stato anticipato, perché secondo la ABC era un buon modo per attirare il pubblico che non aveva dato fiducia a Life on Mars.
All'episodio sfalsato veniva così aggiunta una sequenza in testa che doveva servire di rimando al colpo di scena lasciato in sospeso, ma che in realtà creava solo più confusione. E il pubblico, deluso, abbandonava la nave, come poi ha fatto la ABC.
Steve McPherson, il presidente della ABC, ha detto che comunque la notizia è stata data in tempo utile a far sì che il telefilm abbia una conclusione soddisfacente. Cosa peraltro detta anche per Pushing daisies, ma il pubblico Usa è ancora in attesa di vedere gli ultimi tre episodi e forse li troverà giusto nel cofanetto dvd della serie.
McPherson continua comunque a elogiare Life on Mars: "La vedo da un punto di vista creativo, non potrei essere più orgoglioso della serie".
Meno male Steve, chissà se non ti fosse piaciuta.
4 commenti
Aggiungi un commentoMah… io sto guardando le prime puntate, non è male, ma non è all'altezza della serie UK.
Secondo me si esagera. A forza di tagliare serie si riesce a recuperare i costi di produzione? Se una serie va cosí cosí, non è meglio cercare prima di migliorare la trama?
Esempio: ho saltato tutta la prima stagione di Dr. House perché mi sembrava la brutta copia di E.R.; solo dalla seconda stagione ha cominciato a divertirmi, ma ho iniziato a guardarla per caso (facendo zapping mi sono fermato lí). Anche di Lost ho saltato la prima stagione perché la pubblicità che facevano non mi attirava; ho iniziato a guardare la seconda stagione perché avevo nient'altro da fare quel giorno lí.
Sarà che sono lento io... o vecchio... o tutte e due le cose...
Parole sante (non l'ultima riga, quelle prima).
Con questi metodi per esempio TNG, DS9, Babylon 5 non sarebbero mai andate avanti.
Il fatto è che LOM non va in onda - come accadeva con Star Trek - su una rete minore, ma sulla ABC, che è il terzo network americano. A loro non basta fare un ascolto buono, bisogna fare l'ascolto migliore della serata.
S*
Ammetto di essere partito prevenuto nei confronti della serie. Sì, sono uno di quegli oltranzisti che già quando s'era sparsa la voce di una versione USA del telefilm avevano storto il naso.
Uno di quelli che "sicuramente la versione americana sarà orribile."
Ciononostante, la visione dei primi episodi ha confermato le mie paure...
La serie non è brutta come temevo... E' peggio!
Prendo come esempio la sequenza dell'incidente, che è quella che letteralmente mi ha fatto innamorare della versione inglese: vediamo John Simm che si guarda attorno spaesato, la musica di David Bowie che ti accompagna in una prima esplorazione della Manchester del '73...
Eccezionale.
La sua controparte USA è stata girata in maniera frettolosa (e si vede), si regge a malapena in piedi, non c'è praticamente sincrono tra le immagini e la musica e Jason O'Mara che guarda le Twin Towers... Lasciamo perdere.
Potevano risparmiarcela. Ma resta solo la mia opinione, ci mancherebbe.
Per il resto, profondo rispetto per la gente che ci ha lavorato (certo, se gli autori avessero avuto lo stesso rispetto nei confronti dei loro colleghi britannici...).
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