Come ogni volta aveva passato la mattinata nella grande casa orami quasi vuota dei parenti. La stessa dove da piccolo trascorreva parte dell'estate arrampicandosi sugli alberi e spiando da lì iguana, camaleonti, pappagalli ara, tucani. Abbandonati ai margini della città e moltiplicatisi in libertà. Almeno questo. Quel pezzo di campagna europea già avara di animali, e ora anche di uomini, era diventata una succursale della variopinta e chiacchiericcia foresta amazzonica.

Era estate, ma di bambini venuti dalla città non ce n'erano più da tempo. Dopo il pranzo si era incamminato per la campagna apparentemente senza meta. Aveva raccolto e sfrondato un ramo e l'aveva usato come bastone, aveva lanciato pietre in uno stagno, riposato sotto una quercia fronzuta. Poi quell'apparente girovagare senza meta l'aveva portato nell'aia di un casale mezzo diroccato. Aveva bussato alla malmessa porta di legno e un uomo si era affacciato. Gli aveva offerto dell'acqua e, dopo qualche parola e un ampio gesticolare verso la campagna, Mercuzio era entrato. Appena chiusa la porta i due si erano abbracciati con forza.

L'uomo, poco più che cinquantenne, era un noto professore di fisica scomparso dalla città una quindicina d'anni prima. La sua scomparsa aveva fatto un gran rumore. Ma, nonostante le intense ricerche, non se n'era saputo più nulla. Era stato indicato senza risultato in varie città, addirittura dall'altra parte dell'Oceano. Quando scomparve mancava poco meno di una settimana all'acquisizione da parte del Monopolio del pieno controllo del Centro di sperimentazione da lui diretto. Ma la notizia non era stata messa in relazione alla sua scomparsa.

Dopo un paio d'anni e del tutto casualmente, Benvolio, suo ex allievo, lo aveva riconosciuto nei pressi della stazione centrale. Barba e capelli incolti infagottato dentro un tutta da ginnastica troppo grande, ultimo della lunga catena di dropouts in fila per un pasto caldo alla mensa della Chiesa Universale. Così Benvolio, Mercuzio e gli altri suoi ex allievi, gli avevano trovato quel casolare dove rifugiarsi. Al sicuro. Da chi ancora lo cercava e dai suo tormenti.

- Come va professore? Le sono arrivati i libri che aveva chiesto?

Il professore, prima di rispondere, guardò a lungo Mercuzio, con gli occhi ammiccanti e un sorriso affettuoso a increspargli la pelle indurita dal sole.

- Certo Mercuzio. Sono arrivati. Non dovete correre troppi rischi per me. Già avete fatto troppo... - Si lisciò la barba vagando con gli occhi in un punto remoto, come faticasse, nell'abitudinaria solitudine, a trovare le parole per discorrere. - Mi avete ridato uno scopo ... e salvato dall'accidia. Che era già, quando queste cose contavano, uno dei sette peccati capitali. E, per come ha preso da tempo ad andare il mondo, un reato che qualcuno vorrebbe punire con la morte. Nei momenti migliori la vivevo come una forma di protesta, una sottrazione. Ma era una fuga. Ora invece... Ma dimmi di voi. Com'è in città?

Mercuzio lasciò cadere sul ginocchio la mano che era appoggiata sul bordo del tavolo. In un gesto di sconforto.

- Sempre peggio. Il Monopolio ha esteso il suo controllo a tutto il comparto alimentare. Tutte le materie prime sono controllate dai robot per la verifica del test OGM. Ogni luogo di produzione è supervisionato, piantonato e i controlli centralizzati dall'unità elaborativa antisofisticazioni. La Task Force Antiterrorismo ha già applicato più volte il decreto intercontinentale che prevede la deportazione anche per chi fa uso personale di prodotti non conformi. Come li chiamano.