- Non sapevo che foste più di tre - rispose Zombie sorridendo maligno. - Ma non vi tratterrò in alcun modo. Voi siete qui per vendere il vostro giocattolino, io per comprare.

- Quanto offri? - chiese Frank.

- Duemila euro - rispose Zombie perfezionando l'allineamento delle carte.

- Facciamo ventimila - ribatté Frank che riteneva la vita più simile a una partita di poker che a una di bridge.

- Quindicimila adesso.

- Va bene.

Peter si avvicinò al tavolino e lanciò sulla formica un CD. Zombie lo raccolse e se lo mise in tasca, poi contò quindicimila euro e li appoggiò sul bordo. Peter se li mise in tasca, poi spostò le carte sul tavolo e concluse il solitario.

- Pensate di essere in gamba... - sentenziò il contatto che aveva raccolto le carte e le stava mischiando lentamente.

- Sì - risposi io, cercando di esprimere tutta l'antipatia che quell'uomo mi ispirava.

- Io sono più in gamba di voi. Io sono un vero manager, io ho tutto quello che a voi manca.

- Cosa ci fai con il nostro browser? - chiese Frank alzandosi dalla sedia.

- Voi non potete capire. Il livello strategico a cui io ho accesso...

- Non ce ne frega un cazzo del tuo livello strategico. Hai avuto cinque minuti del nostro tempo, accontentati. - Lo interruppi per il puro gusto della maleducazione e me ne andai.

- Bisogna convivere con il male, ricordatevene - sentii aggiungere da dietro.

La notte ci parve più fresca, anche se erano trascorsi solo pochi minuti. Lo spettacolo di fuochi artificiali non si era ancora concluso e la folla assiepava il lungomare ubriaca di luci e rumori.

- I soldi li abbiamo presi, e hanno l'aria di essere buoni - disse Frank tastando le banconote nella tasca.

- Abbiamo fatto una cazzata, quello è uno stronzo - asserì Peter nella notte.

- Però non è un poliziotto, ne sono sicuro - dissi io mentre osservavo da lontano la donna inglese della gelateria. - Sono più furbi. Quello ha imparato l'informatica leggendo le pubblicità sui giornali.

La donna si trovava nello spiazzo di un posteggio, poco distante da un gruppo di persone, e la sua figura bianca era molto visibile nella notte.

- Hai sabotato il software? - chiesi a Mandala.

- Il CD diventerà inservibile dopo la prima lettura e il programma si cancellerà dopo dodici ore dall'installazione. Inoltre inserisce nel sistema in cui Web Runner viene caricato un virus che ho creato per l'occasione e che possiamo innescare in ogni momento.

- Bene.

La donna fumava e osservava le automobili posteggiate, il suo sguardo correva lungo le siepi di oleandri e si dilungava sui rifiuti abbandonati sul selciato. Bottiglie e lattine, pacchetti di sigarette stropicciati, ipodermiche, quotidiani spaginati, preservativi colorati, pubblicità di agenzie di viaggio. La donna sembrava in attesa di un cambio di vento, dell'arrivo della brezza che quella notte sembrava tardare. Gli agenti di polizia erano indaffarati attorno al corpo senza vita dell'uomo. Un medico inginocchiato sollevava delicatamente con una pinza la camicia intrisa di sangue.

Dopo un'esplosione che fece sobbalzare la folla, la notte tacque.

I quindicimila euro evaporarono come pioggia abbandonata sull'asfalto africano, gocce stanche assassinate una a una. Frank fu il più veloce a finire i soldi. Divise religiosamente le sue banconote in due mazzi uguali. Uno lo chiuse in una busta e lo dedicò a sua figlia Marzia, l'altro se lo infilò nella tasca anteriore dei jeans. Mi consegnò la busta con i soldi della bambina, come faceva ogni volta che recuperava un po' di denaro, e me la porse per la consegna, poi sparì per sei giorni. Lo attendeva una festa a Estrella del Mar, sulla costa del Sol. Al suo ritorno non profferì parola, infilò nello stereo un CD di Jimi Hendrix. Prima Purple Haze, poi Voodoo Chile a tutto volume. Programmò l'autoreverse e si mise in mutande. Gli occhi scuri passarono in rassegna la stanza in cerca di qualche sconvolgimento che non era avvenuto. Il suo sguardo mi si posò addosso come fossi uno dei tanti oggetti sparsi per l'appartamento. Io ero dietro la workstation Alpha e avevo sporto la testa di lato quando l'avevo sentito entrare. Liberò il divano dalle riviste e si sdraiò. Dormì per un giorno e mezzo, e ogni volta che passavo vicino a lui controllavo se fosse ancora vivo. L'alito bestiale mi tramortiva e mi illuminava con diligenza sulle specialità della festa: rum, tabacco e cannabis. La t-shirt con il viso del Che esalava un odore di vulva talmente violento che non osai neppure sfiorarla. Sunshine of your love. Quando lo vidi seduto sul divano non sembrava uno che avesse dormito, ma un essere umano reduce da una resurrezione.