Il racconto

La storia che qui presentiamo, Mal d'Irlanda, risale alla fine degli anni Settanta. Firmata con lo pseudonimo "Hijack Hide" fu finalista a un'edizione del premio Mary Shelley, annualmente indetto dalla pregevole fanzine padovana The Time Machine. Come ho avuto occasione di ribadire altre volte su queste pagine, da TTM e dal premio Shelley emersero, in un decennio a cavallo tra gli anni '70-80, nomi e titoli di rilievo, molti dei quali meriterebbero di essere riproposti.

Il racconto si svolge in Irlanda, tratta del folklore irlandese, ed è anche - tangenzialmente - fantascienza. (Fra l'altro esso, caratteristica rara, mostra una scrittura in seconda persona: "Scendi e cerchi il treno...", "Sei fumato duro, e tra il casino che fanno sul ferry...", "La devi raggiungere, perché se no diventi davvero pazzo..."). La storia si dipana allusiva e un po' frammentata; rispetto a Prefante la scrittura appare più secca ed essenziale, il linguaggio - a volte trattenuto - talora è diretto, crudo, con un fondo di ironia. Ma non muta l'universo narrativo dell'Autrice: il suo senso del mistero, del fantastico, il suo procedere attraverso ombre e brevi squarci di luce.