Sì, ma ne dà una versione non precisa. Durante la preparazione della terza ed ultima antologia italiana pubblicata da Galassia e dedicata alla fantapolitica (1972), tema proposto come i precedenti da de Turris che si inventò anche tutti e tre i titoli, ognuno selezionò alcuni testi che vennero riuniti senza particolari discussioni fra i tre curatori: l'unico che venne un po' contestato fu quello del povero Pier Carpi (poi ripreso nella antologia Fantafascismo ricordata da Catani), ma senza alcun trauma. Le discussioni avvennero dopo la pubblicazione, in seguito alle polemiche che nacquero all'esterno. L'accusa era, ovviamente che si trattava di una antologia "di destra"... Colpa gravissima, Fatto singolare dato che le sedici storie rappresentavano tutte le posizioni politiche... Sta di fatto che quelle polemiche segnarono una rottura ed una quarta antologia la preparò il solo de Turris (con la collaborazione di Gabriella Scialdone) e ovviamente venne rifiutata dall'editore. Tutto qui.

E poi?

Quando nel 1972 cominciammo a curare le collane della Fanucci, prima Futuro Pocket, poi Futuro Biblioteca e Orizzonti, decidemmo di farle come noi avremmo amato farle. Non solo traduzioni integrali, non solo biografia e bibliografia dell'autore e sua foto, ma anche dei veri saggi introduttivi di dieci e venti pagine, appendici esplicative (alcune volte affidate ad altri), addirittura dizionarietti e note in calce! Tutto ciò, come alla fine qualcuno (magari solo in privato) ha pure riconosciuto, ha rivoluzionato il modo di presentare la fantascienza in Italia. Non solo dal punto di vista editoriale, ma culturale. Volevamo far uscire a tutti i costi la fantascienza dalla sua piccola specializzazione, dal ghetto degli ultrappassionati, dargli una dimensione più ampia e onorevole, rivendicandone le radici letterarie ed extraletterarie. Ci furono scontri con alcunii fan infastiditi dai nostri riferimenti non strettamente fantascientifici come mostrano i fanzines dell'epoca con ironie nei confronti dei nostri sforzi.

Ma cosa c'era al fondo di tanta ostilità?

Per ottenere il nostro scopo ricorrevano agli strumenti culturali in nostro possesso, quelli che ci dava la nostra preparazione, gli autori e i libri che avevamo letto. Che erano, orrore!, classificati tutti "di destra" e di conseguenza "fascisti" (ancora oggi Catani su Delos li definisce "nomi legati alla tradizione specifica e del fascismo"): citarli e far riferimento ad essi era, per chi ci criticava, "fare politica", voler inserire surrettiziamente la politica (di destra e fascista) nella fantascienza, stravolgendo anche il significato dei romanzi che pubblicavamo, come nel caso citato da Catani relativo a Jack Barron e l'eternità.

Lui, sia detto senza offesa, come tanti altri non riesce ancora a comprendere che certe critiche alla società degli anni Settanta e di oggi possono essere senza dubbio condivise anche da chi sta "a destra". Il giovane Fanucci, succeduto al padre alla guida della casa editrice, quando nel 1994 lo ripubblicò affidò l'introduzione (che avevamo inutilmente richiesto ci fosse affidata) a Goffredo Fofi: gli equilibri, sono stati ristabiliti! Il giovane Sergio preferisce rimuovere il passato della casa editrice; al massimo cita "due appassionati" del tutto anonimi. Che cattiva memoria! Forse, però, per tornare a Jack Barron, Catani avrebbe fatto meglio a far notare come quel romanzo fosse stato rifiutato da tutti gli altri editori italiani e noi invece avemmo il coraggio di pubblicarlo, come un altro assai importante, 334 di Disch, e quel Lastrico dell'Infermo di Knight che Catani cita.