Delos 31: Tesori da bancarella Tesori da bancarella

di Lanfranco Fabriani

anni di editoria coraggiosa

(e forse incosciente)

Dove vanno a finire i capolavori della fantascienza? Tutti quegli stupendi romanzi pubblicati decine d'anni fa da questa o quella rivista ormai cessata, da questa o quella casa editrice ormai chiusa, mai ristampati, mai riscoperti... Lanfranco Fabriani scava nella sua biblioteca alla ricerca di tesori perduti. I lettori dovranno scavare nelle bancarelle dei libri usati per trovarli, mentre gli editori possono anche prendere queste note come consigli...

Correva l'anno 1978, Robot, probabilmente la migliore rivista di fantascienza pubblicata in Italia negli ultimi trent'anni, filava come un treno e l'editore Armenia decise di affiancarle una collana da libreria: I Libri di Robot, affidandone la cura a Giuseppe Caimmi e Giuseppe Lippi.

Erano gli ultimi anni di un'editoria coraggiosa e forse incosciente, in cui le scelte editoriali venivano compiute dai curatori e non dagli uffici marketing ed in questo ambito la collana, malgrado la repellente copertina color rosa metallizzato, ebbe l'indubbio merito di pubblicare tredici volumi che fornirono un panorama quanto mai variegato della fantascienza pubblicata sino a quel momento, spaziando dai romanzi maggiormente impegnativi di Silverberg, al ciclo dell'impero dell'atomo di van Vogt, da Triton di Delany a Creatori di Continenti di De Camp.

Proprio per porre in rilievo questa apertura ecumenica alle diverse voci della fantascienza, abbiamo scelto due volumi che all'interno della collana si pongono agli antipodi: Oltre Apollo (Beyond Apollo, 1972) di Barry N. Malzberg e Creatori di Continenti (The Continent Makers, 1971) di Lyon Sprague de Camp.

Negli anni '70 Malzberg era indubbiamente una delle voci più nuove che la fantascienza potesse offrire ed in Oltre Apollo ciò appare particolarmente evidente. Il romanzo, se tali distinzioni hanno senso, è infatti molto più imparentato alla letteratura in senso generale che alla fantascienza. Due astronauti sono partiti per Venere ed uno solo è ritornato; non conosciamo e non possiamo conoscere quanto è realmente accaduto, perché Evans, il superstite, non ha alcuna intenzione di dircelo, non sappiamo se per calcolo o perché realmente impazzito.

E' la stessa narrazione, con la sua oscillazione tra io ed egli, a lasciarci con la sensazione di camminare incertamente su un fango molto viscido, invischiati nelle nevrosi del protagonista e quelle che egli, ma abbiamo solo la sua testimonianza, attribuisce al defunto comandante.

Oltre Apollo potrà non piacere all'appassionato di fantascienza puro, ma rappresenta un pezzo da maestro nella fantascienza degli anni 70, che cercava nuove strade per reinventarsi e non morire soffocata dai propri cliché. Rappresenta inoltre la dimostrazione, ove ce ne fosse ancora bisogno, che quando la fantascienza vuole, può salire fino a portarsi allo stesso livello della letteratura cosiddetta alta.

Con Creatori di continenti cambiamo interamente genere. Chi non ha letto di Hithafea, l'ossiriano simile ad un piccolo dinosauro, e della sua iniziazione in una confraternita studentesca nord-americana, non ha idea di dove possa spingersi un bravo scrittore di fantascienza quando vuole puntare sull'umorismo e sull'avventura più sfrenata.

Nel volume sono confluiti tutti i racconti della serie della Viagens Interplanetarias scritti tra il 1949 ed il 1951. Ed il titolo della serie già fornisce qualche indicazione sul clima di queste storie, visto che in esse De Camp immagina che il Brasile sia la principale potenza della Terra e quindi il paese colonizzatore degli spazi cosmici. Le narrazioni si svolgono quindi in una sarabanda di invenzioni con un unico scopo, quello di divertire il lettore.

L'idea di partenza, l'embargo tecnologico nei confronti di una razza aliena primitva potenzialmente pericolosa non è nuova, ma siamo convinti che il lettore non si lamenterà di ciò, impegnato a seguire le rutilanti invenzioni di uno dei più vulcanici autori che la fantascienza ci abbia mai dato.