Secondo gli scienziati dell'ESA, la ricerca di pianeti extrasolari simili alla Terra passerà necessariamente per la ricerca di pianeti ricoperti d'acqua. Un altro affascinante pilastro della fantascienza, quello del pianeta completamente ricoperto da un immenso oceano come in Il volto delle acque di Robert Silverberg o in Le maree di Kithrup di David Brin, rischia quindi di saltare la barricata che divide la fantasia dalla realtà e diventare un argomento buono solo per la divulgazione scientifica. In base a quanto descritto da Alain Leger e dai suoi colleghi dell'Istituto d'Astrofisica Spaziale francese durante una recente conferenza patrocinata dall'ESA dal titolo: Towards Other Earths (lett. Verso altre Terre), dopo la scoperta di oltre cento pianeti extrasolari tutti di tipo gigante gassoso, una delle prossime tipologie di pianeti che ci accingiamo a scoprire rischia di essere proprio quella del pianeta acquatico. Secondo i calcoli degli scienziati, un pianeta di questo tipo dovrebbe avere un raggio doppio rispetto a quello terrestre e avrebbe un'orbita intorno alla sua stella più o meno pari all'orbita della Terra intorno al Sole. Formato in linea teorica da un nucleo metallico del diametro di circa 8000 km, da un mantello roccioso spesso circa 3500 km e da uno strato di ghiaccio spesso altri 5000 km, il pianeta acquatico sarebbe poi ricoperto da un unico oceano la cui profondità potrebbe arrivare fino a 25 volte la profondità media degli oceani terrestri, ossia circa 100 km. Al di sopra dell'acqua poi, questi pianeti possiderebbero anche un'atmosfera. Secondo Leger, scoprire corpi celesti con queste caratteristiche non dovrebbe essere difficile, almeno per il telescopio Eddington, il telescopio spaziale dell'ESA attualmente in fase di sviluppo. La prerogativa principale di Eddington sarà infatti di rilevare le minime variazioni nella luce emessa dalle stelle causate o dal cambiamento delle condizioni interne, o dall'eventuale passaggio di corpi celesti di fronte alla stella stessa, proprio come nel caso di pianeti extrasolari in orbita intorno a essa. Considerato che Eddington potrà percepire variazioni di luce così minime da consentire l'individuazione pianeti aventi un diametro pari alla metà di quello della Terra, Leger e colleghi sono convinti che trovare pianeti acquatici -se esistono- potrebbe essere quasi una formalità. La scoperta di un pianeta di questo genere costituirebbe un'importante verifica del rapporto tra la presenza d'acqua e la vita, poiché se da un lato un pianeta acquatico sembra possedere le condizioni minime necessarie per ospitare la vita, dall'altro non è dato sapere se un pianeta di questo genere possa essere in grado di originarla. La nascita della vita presuppone infatti l'esistenza di sorgenti di calore sul fondo degli oceani che nel caso del pianeta acquatico sarebbero separate dall'acqua da uno spessissimo strato di ghiaccio. I pianeti acquatici potrebbero dunque dirci se la vita può originarsi anche sulla superficie dell'acqua. Secondo i programmi dell'ESA il telescopio Eddington dovrebbe essere messo in orbita nel secondo punto Lagrangiano (L2) tra la Terra e la Luna nel 2008 e la sua missione durerà cinque anni.