Quando il sole bruciava è una nuova antologia curata da Franco Ricciardiello e Delos Veronesi, uscita in edizione cartacea e in digitale lo scorso 7 dicembre e raccoglie nove racconti di altrettanti autori e autrici, usciti negli ultimi trenta anni su fanzine e riviste: tempi in cui ancora non si parlava di “distopia” per la letteratura solarpunk e i sottogeneri nati in seguito, quando il sole bruciava e ancora non esisteva il Solarpunk.

Se l’utopia è la narrazione di un mondo ideale, la distopia è quasi il suo contrario: da 1984 a Hunger Games, questo genere guarda al mondo di oggi e racconta come andrà male domani. Dittature, carestie, disastri ecologici daranno vita a società opprimenti e spietate. Un genere che negli ultimi anni è cresciuto nell'interesse del pubblico ma che già da tempo è frequentato dai migliori autori italiani della fantascienza. Ci raccontano quest'antologia e ci presentano le storie che contiene i due curatori.

Delos Veronesi

Come tutte le cose più belle, questa antologia è nata spontaneamente senza bisogno di manifesti e di grandi piani studiati a tavolino. Sono bastati pochi minuti per trovarsi in sintonia e per mettere in moto un progetto che speriamo possa piacervi.

Quando il sole bruciava è una raccolta di testi che hanno attraversato gli anni, opere che sono nate senza un’etichetta precisa e che ben rappresentano il grande calderone creativo che ribolle in Italia. Storie nate senza pensare a cosa sia la distopia o quali caratteristiche deve avere un cyberpunk, sono testi creati liberamente, che racchiudono tutte le sfumature emozionali che oggi vengono etichettate come generi.

I racconti sono in ordine di pubblicazione e, come i più attenti di voi noteranno, non sono stati rimaneggiati per avvicinarli alle richieste narrative moderne. Vogliamo proporveli nella loro forma originale, per creare un ponte temporale che mostri come la scrittura sia mutata nella forma ma non nella sostanza.

L’elemento distopico non è sempre predominante, spesso è una sfumatura dell’ambientazione o solamente un senso di disagio immedesimativo creato dall’autore, eppure ognuna di queste storie racconta uno scenario in cui nessuno di noi vorrebbe vivere.

Assieme a Franco Ricciardiello, che è colui che si è fatto carico di scovare tra i decenni i testi che state per leggere, volevamo offrirvi la possibilità di recuperare alcune delle grandi storie dimenticate nel tempo. Per capire il presente bisogna studiare il passato, bisogna lasciarlo scorrere sotto ai propri occhi per poter imparare da chi ci ha preceduti.

Dieci penne, autori e autrici che hanno osato camminare su strade che ancora non erano state battute. Storie nuove e al contempo vecchie che spero possano mostrarvi il cammino compiuto per arrivare fino a qui.

Franco Ricciardiello

Abbiamo pensato questa antologia con l’idea di narrare la nascita della letteratura distopica in Italia, o perlomeno i suoi albori, e le contaminazioni che negli anni l’hanno influenzata: tempi in cui la parola “distopia” era un tentativo di definire l’argomento e non un genere letterario, o un sottogenere. Dal cyberpunk al weird, dall’ucronico al post apocalittico, molti testi hanno raccontato mondi o realtà in cui nessuno vorrebbe vivere, società avvelenate perse nella memoria collettiva.

Il pubblico oggi probabilmente associa l’idea di distopia a una manciata di titoli, ignorando completamente ciò che c’è stato prima, come racconti di autori italiani che sono state tappe fondamentali per la definizione del genere.

“Quando il Sole bruciava” vorrebbe portare i lettori indietro di anni, contribuire a una mappa ideale che mostri come molti tra i nomi oggi più affermati in Italia nella letteratura di fantascienza abbiano percorso alcune tra le innumerevoli strade che portano al distopico, inseguendo visioni del futuro che nascevano dalla speculazione sui problemi del presente.

La collezione di nomi e titoli non ha ambizioni di completezza: troppo vasto è il mare nel quale abbiamo pescato; ci ripromettiamo però di continuare a compilare altre raccolte, nel caso la nostra iniziativa abbia successo, per impedire che testi ancora validi cadano per sempre nell’oblio.

Gli spazi di Hilbert (1981) di Domenico Gallo

Apparso nel 1998 sul n. 22 di Futuro Europa (ma la stesura risale al 1981, quando l’autore era studente universitario di Fisica), “Gli spazi di Hilbert” è un testo forte, che trascina il lettore in una realtà angosciante e ipnotica. Un viaggio che scava nel sottile terreno della consapevolezza attraverso una storia che prende forma con il passare delle pagine. Un racconto che pone il confronto tra società al centro delle disavventure del protagonista, che solleva domande attraverso una sofferenza spirituale che si ripercuote sulla materia.

Fino all’ultima generazione (1989) di Gian Filippo Pizzo

Esempio concreto di distopia e del monito che racchiude questo tipo di narrazione. Uno spaccato di realtà che concentra il lettore sul messaggio nascosto nel testo più che negli effetti speciali che si possono usare per raccontarlo. Apparso originariamente nel 1989 sul n. 5 della rivista “Futuro Europa”, curata da Ugo Malaguti e Lino Aldani per la casa editrice Perseo, e poi per Elara, distribuita per posta.

Choukra (1997) di Nicoletta Vallorani

“Choukra” tocca con sapienza molti temi, li sfiora come un organista con i tasti del suo strumento per creare un canto lamentoso fatto di scoperta e di rassegnazione. L’amore onirico e il dolore del vinto sono solo alcuni dei sentimenti che emergono dalle pagine. La violenza umana, l’inclusività che si trasforma in persecuzione e la meraviglia del provare nuove vie, si mescolano in una narrazione angosciante che non concede sconti ai buoni. Questo racconto, che Roberto Sturm ha definito su Carmillaonline “uno dei migliori racconti di fantascienza mai apparsi in Italia”, è uscito originariamente nel giugno 1997 nell’antologia curata da Valerio Evangelisti “Fantastorie dal terzo pianeta”, numero 1 della collana da edicola Le Scintille e edita da L’Altra Italia, che vide in totale quattro uscite.

Combat film (1999) di Franco Ricciardiello

Questo racconto è un esempio dell’evoluzione del cyberpunk verso la distopia. Narra delle implicazioni sociali, oltre che di morte, a cui l’umanità potrebbe andare incontro. Una narrazione didascalica dei fatti, in linea con i documentari di guerra che tutti abbiamo visto, trascina l’immaginario in un futuro fatto di sensazionalismo e di morte. Mette a confronto le due face della stesse medaglia per estremizzare i dubbi di fine anni ‘90 sulla clonazione e sulla vita sintetica. Porta il conflitto oltre le linee del fronte per sbatterlo in faccia al lettore. “Combat film”, il cui titolo è ispirato ai documentari girati in zona di combattimento dai cineoperatori militari statunitensi durante la Seconda guerra mondiale, è apparso nell’antologia cyberpunk “Sangue sintetico” (1999) curata da Roberto Sturm per la casa editrice anconetana Pequod.

Sotto un cielo che corre (2000) di Milena Debenedetti

“Sotto un cielo che corre” è giunto primo classificato all’edizione 1999/2000 del premio letterario Cristalli Sognanti, che era bandito dal club L’Altroquando di Settimo Torinese. È poi apparso sul n. 16 della rivista del club, “7° Inchiostro”, nel 1999. È un fantascientifico, ovviamente e fortemente distopico, che ha sfumature fantasy e contemporanee. In un mondo “mediamente rassegnato” ci sono storie quasi magiche, che hanno il profumo delle leggende gitane narrate attorno a un fuoco. Vite che si trascinano assieme al misticismo per non farsi schiacciare dall’ineluttabilità della sconfitta. Ogni giorno è un passo in più rispetto al precedente, è un lento arrancare in cui non si bada troppo a quale verità aggrapparsi pur di non cedere.

Lacrime di uno sguardo di cartone (2011) di Dario Tonani

Apparso nell’antologia personale “Infected Files”, Delos Books 2011, che raccoglie dodici racconti, “Lacrime di uno sguardo di cartone” esplora una realtà sintetica a cavallo tra il cyberpunk più puro e la desolazione della disumanizzazione. Riflette le paure di una civiltà sintetica, mostra l’amore tossico in un mondo in cui il politically correct è annullato dalla immediatezza della funzione. Ogni parola ha un peso specifico che serve a racchiuderne il senso, senza soffermarsi a versare lacrime per chi potrebbe soffrirne.

Il bombarolo (2012) di Elena Di Fazio

Tratto dall’antologia “Lezioni sul domani” (2012), ed. CastelloVolante, scritta a quattro mani con Giulia Abbate e riedita cinque anni più tardi da Delos Digital, “Il bombarolo” è focalizzato su una (de)generazione di virus informatici/biologici che si diffondono nel cervello di individui collegati a una Rete mondiale, fornendo istruzioni segrete in grado di trasformare un essere umano in un micidiale assassino. Il racconto è un esempio perfetto di come un thriller psicologico possa fondersi con un’ambientazione distopica. Terrore e terrorismo scorrono assieme all’evoluzione bio-elettronica, entrano della vita quotidiana delle persone e le inducono a creare un regime di mutuo sospetto in cui tutti sono potenzialmente colpevoli agli occhi di chi li osserva. Il Bombarolo è un frammento di un totalitarismo localizzato.

Nove anni (2013) di Giulia Abbate

Cosa c’è di peggiore della fantasia? La realtà. Giulia Abbate strappa il lettore dalla sua zona di comfort per gettarlo nell’inquietudine del realismo, lo spinge a fondo sapendo che non potrà più risalire. Nove Anni ha il sapore triste di qualcosa che tutti conosciamo, che abbiamo sentito nei telegiornali o ascoltato dai racconti di amici e conoscenti. Esplode il senso d’angoscia per una vita sprecata sperando di poterla vivere. Il racconto, ispirato a una storia vera,è apparso originariamente nell’antologia “Crisis” a cura di Alberto Cola e Francesco Troccoli, Edizioni Della Vigna 2013. Come esplicita la citazione in esergo.

Come polvere in una clessidra rotta (2013) di Francesca Cavallero

Il racconto chiude il cerchio riportando la distopia nel calderone della sperimentazione, in quel luogo dove diversi filoni si mescolano per creare qualcosa che sfiora la space opera e i viaggi allucinanti. Due realtà, entrambe schiacciate dal peso della disperazione, che vivono e si sovrappongono in una narrazione quasi onirica. La forza immaginifica di questo testo va oltre la comprensione finale che potete ricavarne. Riesce a superare i limiti linguistici per concretizzare la follia, per renderla tangibile nella sua impercettibilità. È stato tra i finalisti del premio Stella Doppia indetto congiuntamente nel 2012 da Urania e Delos Digital, ed è stato pubblicato sul sito fantascienza.com.

AA.VV., Quando il sole bruciava, a cura di Franco Ricciardiello e Delos Veronesi, Odissea Fantascienza n. 106, pagg. 184, Delos Digital 2021, ISBN 9788825417876, € 14,00 edizione a stampa