Era il marzo del 2006 e andai alla convention della Deepcon, che ospitava anche la Italcon. In quell’occasione conobbi da vicino Silvio Sosio, che conoscevo solo per mail. Collaboravo con Fantascienza.com e con Delos Science Fiction già dal 2003. Per il portale scrivevo news, mentre per la rivista curavo una rubrica in cui analizzavo le opere di quegli scrittori che avevano contribuito al successo di serie televisive. Avevo già scritto due libri sulle serie TV, il primo dedicato proprio alle serie fantastiche, da quelle weird a quelle horror, da quelle di fantascienza a quelle fantasy. Era il primo libro in Italia dedicato a questi generi di fiction e anche, in generale, tra i primi dedicati alla serialità televisiva. Il secondo, invece, era un dizionario sui telefilm, che avevo co-curato, con la partecipazione di vari autori. Anche in questo caso, il dizionario era il secondo che appariva i Italia dedicato ai telefilm (allora le serie TV si chiamavano così).
Da sempre, invece, ero un appassionato lettore di romanzi di fantascienza e qua e là avevo pubblicato alcune recensioni.
Così, tra il marzo e il giugno del 2006, non ricordo di preciso il momento esatto, ma credo fosse subito dopo l’Italcon mi arriva una mail di Silvio che mi chiede se sono interessato a curare la loro rivista Delos Science Fiction. Silvio è generoso e dice che sono un esperto di narrativa e di serie TV, ma che in fondo anche di cinema non sono completamente a digiuno. C’era anche il fatto che collaboravo con giornali e riviste (in ambiti diversi dalla fantascienza) dal 1992 e che ero giornalista pubblicista dal 1999. Insomma, secondo lui, ero la persona adatta per curare la rivista.
La proposta mi lusingò molto, ma mi presi qualche momento per rispondere. Silvio di fatto mi affidava il nucleo da cui tutto il progetto “Delos” era partito, quella rivista che aveva animato lui stesso insieme a Luigi Pachì e Franco Forte e che aveva avuto importantissimi collaboratori, tra cui Vittorio Curtoni, Giuseppe Lippi, Ernesto Vegetti, Riccardo Valla e tanti altri.
Ci pensai e poi decisi di accettare la sfida. Da allora sono passati ben 15 anni e scusate se questo editoriale è dedicato a me e a Delos Science Fiction, una rivista che non ho fondato io, ma che dopo tanti anni sento come mia. In questi anni ne abbiamo passate tante insieme e, soprattutto, sono orgoglioso di aver dato a tanti collaboratori e scrittori la possibilità di esordire su queste pagine e, forse, di aver anche offerto uno spazio di riflessioni per gli appassionati e magari anche una rivista che ha informato, ha divertito, ha fatto pensare su un genere dell’intrattenimento popolare che per me è il più bello ed interessante che esiste. La rivista è da molti anni quasi mensile, facciamo dieci numeri l’anno, e anche questa è una cosa che mi rende orgoglioso. La si può leggere gratuitamente online, ma per chi lo desidera c’è anche l’ebook ad un prezzo molto, ma molto, basso. Per un certo periodo siamo stati anche cartacei, ma si sa che in Italia le riviste cartacee non godono sempre di un ampio consenso.
Perdonate questo editoriale che potrà sembrare narcisistico (forse un po’ lo è), ma credo che Delos Science Fiction meriti di essere celebrata, perché è una delle riviste più antiche del web (è addirittura nata al tempo dei bbs, prima della diffusione del www) e il fatto che esista dal 1994 non è un traguardo da poco, soprattutto per essere una rivista di fantascienza. Se andate a scorrere numero dopo numero e anno dopo anno troverete l’evoluzione della science fiction sotto tutti i punti di vista, dal fumetto al cinema, dalla televisione ai videogame e ovviamente della letteratura. Ma non solo.
In conclusione ho solo una legittima domanda a cui solo Silvio può rispondere, e ora come ora, dopo quindici anni, è solo una curiosità: Silvio a quante persone hai proposto di curare Delos Science Fiction prima di me? Il “non ricordo” non vale come risposta.
Risposta di Silvio Sosio: no no, ricordo tutto benissimo. Nella mia carriera fantascientifica ho iniziato tante cose, a tutte ho tenuto molto (a Delos poi in particolare) e proprio per questo ho sempre avuto molta difficoltà a lasciarle andare o ad affidarle ad altri. Quando decisi, nel 2006, che non ce la facevo più a star dietro anche a Delos e che se non affidavo il compito a qualcun altro la rivista non sarebbe sopravvissuta, avevo vari nomi in mente, ma solo uno mi convinse del tutto, perché sentivo una reale affinità. E il fatto che tu, Carmine, sia ancora qui dopo quindici anni, non facili da tanti punti di vista, con una rivista bella e vitale, ormai di gran lunga più tua che mia, è per me motivo di orgoglio.
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