Lois McMaster Bujold è cresciuta leggendo le opere pubblicate dalla rivista Analog Science Fiction nei primi anni sessanta, autori come Poul Anderson, Robert A. Heinlein e Isaac Asimov le hanno fornito una sorta di imprinting fantascientifico.

Niente di strano se la scrittrice americana, sulla scena dalla fine degli anni ottanta, rappresenta con le sue storie la fantascienza avventurosa e ottimista nello stile di John W. Campbell jr., il vulcanico direttore di Analog.

La Bujold è conosciuta principalmente per il ciclo dei Vor, una corposa serie di storie che si svolgono in un futuro distante un migliaio di anni.

Gli avvenimenti narrati in Gravità zero avvengono duecento anni prima di quel tribolato periodo; la storia, pur essendo ambientata nello stesso universo, è ben distinta e anche molto diversa da quelle narrate nella serie.

Lo scenario è limitato all'Habitat Cay, una stazione in orbita attorno al pianeta Rodeo, i protagonisti sono i quad, creature prive di piedi e con quattro mani, operai modificati geneticamente per adattarsi perfettamente a un ambiente privo di gravità.

Leo Graf, ingegnere spaziale della GalacTech, arriva sulla stazione spaziale per addestrare i quad proprio quando a scoperta del generatore di campo gravitazionale rende i quad solo un peso  per la Galactech.

Per quanto intelligenti i quad non sono considerati persone e nemmeno animali ma "colture sperimentali di tessuti post-fetali", la GalacTech pertanto ne pianifica il genocidio.

Qualcuno però ha un'idea diversa dei quad, Leo Graf pensa ai quad come persone e farà di tutto per salvarle.

Il libro

La tecnologia fa presto a diventare obsoleta. Talvolta non si fa in tempo a comprare un modello di telefono cellulare che già ne viene rilasciata una nuova versione, più bella, più veloce, più funzionale.

Lo stesso accade alla potente GalacTech quando la Colonia Beta inventa un modo per generare un campo gravitazionale artificiale, rendendo così obsoleto il suo precedente progetto di punta: i quad, speciali operai geneticamente modificati per lavorare a gravità zero.

A quel punto, la compagnia non si fa nessuno scrupolo ad abbandonare il progetto e a eliminarli. Peccato che i quad siano di fatto esseri umani senzienti, per quanto diversi.

Dovrà intervenire Leo Graf, ingegnere spaziale della GalacTech e loro maestro, per trovare un modo di permettere ai quad di continuare a vivere.

Gravità Zero (Falling Free, 1988), è valso a Lois McMaster Bujold un premio Nebula e una candidatura al premio Hugo.

L’autrice

Figlia di un professore di Ingegneria della saldatura, Lois McMaster Bujold crebbe con la passione per la fantascienza e un grande rispetto per il lavoro del padre, a cui è ispirata la figura di Leo Graf, il protagonista del romanzo. Probabilmente è sempre per questo motivo che nessuna legge fisica è stata maltrattata nella scrittura di questo romanzo.

Della stessa autrice Urania ha già pubblicato L’apprendista (The Warrior’s Apprendice, Urania Speciale n. 1211, 1993), I due Vorkosigan (Vorkosigan Mirror Dance, Urania Collezione n. 108, 1994), La criocamera di Vorkosigan (Cryoburn, Urania n. 1585, 2010).

Come questi tre titoli, anche Gravità Zero fa parte del cosiddetto “Ciclo dei Vor”, di cui costituisce il prequel.

Lois McMaster Bujold, Gravità zero (Falling Free, 1988), Mondadori, collana Urania Collezione 194, traduzione di Maria Cristina Pietri, pagg. 316, Euro 6,90 ebook Euro 3,99