Pochi giorni fa abbiamo salutato per l'ultima volta Reese (Jim Caviezel), Finch (Michael Emerson), la Macchina, Samaritan, senza dimenticare Root (Ami Acker), Shaw (Sarah Shahi) e Fusco (Kevin Chapman) ovvero i protagonisti di Person of Interest

Una serie per certi versi miracolosa, che ha avuto il merito di far scommettere di nuovo sulla fantascienza una emittente tradizionalista come la CBS e che è riuscita a concludere la sua corsa degnamente.

Per l'occasione Deadline è andato a intervistare i due showrunner, Jonathan Nolan e Greg Plageman per farsi raccontare i dietro le quinte del gran finale, del quale evitiamo comunque ogni spoiler per coloro che non fossero in pari con la programmazione americana.

Prima della fine

La CBS si era dimostrata riluttante a dare notizie sul futuro (o la sua mancanza) della serie fino dopo che le riprese dei tredici episodi della stagione cinque non erano stati ampiamente girati.

Quindi come è stato possibile avere un vero finale di serie?

Per i due autori era importante non tradire la fiducia dei fan e avere la chance di portare a compimento la loro storia fin dalla fase di scrittura della quinta stagione, per cui avevano parlato a lungo con gli executive che avevano chiesto solo di mantenere la struttura tradizionale degli episodi autoconclusivi, cosa per loro fondamentale.

E le due fonti principale di ispirazione? X-Files e NYPD Blues, i due riferimenti per la costruzione della serie.

La Macchina

Il cuore della storia è dato da una rappresentazione diversa di una intelligenza artificiale, che è anche la spinta iniziale della storia. Per Nolan, a parte casi come il film Her - Lei, non c'è mai stata una visione positiva delle A.I. mentre l'autore è da sempre affascinato dalle possibilità e dall'iniziativa Open I.A. promossa da Elon Musk e Stephen Hawking.

Per lui la trasparenza nella realizzazione di un progetto così importante è la chiave per avere un giorno una intelligenza artificiale in grado di migliorare il mondo.

La fine

Per i due autori Person of Interest è sempre stata la storia di un sacrificio per il bene superiore, le cui basi sono state gettate fin nel pilot e nello scambio di battute tra i due protagonisti, quando Finch esprime la laconica certezza che difficilmente ne usciranno vivi.

Plageman racconta di una scena prevista per l'apertura del pilot, che però la città di New York non autorizzò a girare, in cui Reese entrava in scena pronto a buttarsi dal Manhattan Bridge. Per Plageman era l'esempio perfetto della tragicità intrinseca della storia, del punto a cui i personaggi sono disposti a raggiungere per far si che in fondo alla storia, Samaritan non prenda il sopravvento.

Redenzione

Soprattutto, la serie è la storia di persone che si sono ritrovare isolate dal resto della società. Ognuno di loro aveva allontanato la chance di avere una vita, ognuno di loro era in cerca di uno scopo, della possibilità di redimere i loro errori.

Dopo la fine

Una cosa che i due autori hanno sottolineato spesso è che, malgrado siano soddisfatti di questa ultima stagione, avrebbero voluto avere più tempo per raccontare tutte le loro storie. Per cui ritengono che la serie stessa si presti a essere ripresa, a cominciare da alcuni passaggi narrativi (vedi l'episodio undici della stagione cinque) fino al fatto che ritornebbero a scriverla in un secondo se venisse data loro l'opportunità.

Person of interest ci saluta, voi vorreste vederla tornare on line un giorno o pensate che la chiusura sia perfetta così com'è?