Al Kovo, come veniva chiamata la Sezione 95, l'organo di polizia per il recupero dei criminali latitanti, lei si esercitava con le armi, simulava combattimenti contro robot e imparava l'uso delle tecnologie più avanzate. Tutt'altra cosa rispetto al deserto, una vera e propria accademia militare. Aveva degli insegnanti che non la trattavano come un animale, ma al pari di una professionista di altissimo livello e la rispettavano. Ad alcuni si era persino affezionata, ma senza mai esternare le sue emozioni.

Una seconda Eniss s'introdusse nelle docce di fianco a lei.

— Ryan. — disse Cristam, con la sua voce raschiata. L'aveva riconosciuta tramite i suoi sensi, senza guardarla, in ogni caso c'erano solo loro due ad allenarsi in quel momento.

— Mi hai battuto anche stavolta, — commentò Ryan, con tono contrariato — non è giusto che tu, l'ultima arrivata, raggiunga sempre il punteggio più elevato nelle esercitazioni. Io sono qui da due anni, tu da soli sei mesi. Non ti credere chissà che. Se manterrai questo ritmo finirai con l'essere uccisa in missione. Lo stress colpisce anche le Eniss, non solo gli Umani.

— Io non sono stressata. Mi concentro. Mi rilasso. Mi concentro… e di nuovo mi rilasso… quando non sono in azione, o non sto studiando, non sono tesa.

— Lo vedo, — rispose, ridacchiando — sembri una bambina che gioca con l'acqua.

— Non sto giocando. — precisò Cristam.

— Devi lavarti, non dormire in piedi. Cosa c'è nell'acqua che ti piace tanto? — continuò petulante, mentre si strofinava con vigore i capelli bagnati.

— Il calore.

— Per quello c'è il sole. O le coperte. O le braccia di un uomo. A proposito: che fai dopo? Vieni con me a fare un giro?