fammi rubare Capitano un'avventura

dove io son l'eroe che combatte accanto a te

fammi volare Capitan senza una meta

tra i pianeti sconosciuti per rubare a chi ha di più

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Destinato ad uscire nella sua sesta incarnazione il primo di gennaio del 2014, dopo essere stato presentato fuori concorso alla settantesima mostra cinematografica di Venezia, Capitan Harlock, celebre personaggio nato dalla penna di Leiji Matsumoto, fa parlare di sé da oltre tre decenni, quasi come se fosse diventato una leggenda per gli estimatori dei fumetti e dell'animazione del Sol Levante. Nel 1976 Matsumoto, ormai un autore maturo ed affermato, crea per la Akita Publishing un manga, di cui cura sia testi che disegni, basato su di un suo personaggio da tempo in stato di gestazione. Harlock, un nome gradito a Matsumoto per il suo impatto fonetico, era stato infatti ideato appena dopo la seconda guerra mondiale e nella sua prima incarnazione di marinaio ed avventuriero avrebbe dovuto rappresentare tanto l'anelito di libertà del suo inventore quanto le sue posizioni sui grandi temi esistenziali ed in primo luogo proprio su quello della guerra che il Giappone si era appena dolorosamente lasciato alle spalle. Il padre aviatore instilla fin dall'infanzia nei due fratelli Matsumoto un profondo amore per la tecnologia e per le macchine volanti che porterà il maggiore a diventare un ingegnere aerospaziale mentre il minore sublimerà questa passione fra le pagine dei suoi fumetti ed in particolar modo proprio con Capitan Harlock. Temi ecologici, politici e sociali assieme a una fantascienza sentita fin nel profondo del cuore porteranno il manga, in brevissimo tempo, ad un sicuro successo e soprattutto ad attirare l'attenzione del colosso Toei Animation che già nel 1978 ne produrrà una prima serie animata di ben 42 episodi. Nell'aprile del 1979 i primi 25 episodi di Capitan Harlock arriveranno in Italia per essere trasmessi dalla Rai, seguiti poi dalla serie completa in onda dal settembre dello stesso anno. Mai abbandonato dall'autore e sempre costantemente rinnovato Capitan Harlock sbarcherà in tutto il mondo e in ogni luogo riscuoterà un notevole apprezzamento tanto da diventare un simbolo dell'animazione orientale.

Abbastanza in sintonia con il manga da cui è stata generata, se non per alcuni secondari particolari, la

prima serie animata ci mostra un Harlock reietto e fuorilegge, considerato un vero pericolo per la società, che da marinaio ed avventuriero si è trasformato a tutti gli effetti nel suo aspetto finale, quello di pirata. Siamo nel 2977 e la Terra è guidata da un Governo Unificato in grado di mantenere la popolazione in uno stato di pace completa come di altrettanto completa indifferenza. Gli uomini sono stati sostituiti dagli automi nei lavori pesanti e tutte le risorse ambientali sono state prosciugate senza alcuno scrupolo tanto che il nostro pianeta è completamente alla mercé delle colonie per la sopravvivenza. Nulla preoccupa la classe politica alla dirigenza se non racimolare i voti in grado di garantire loro una prossima rielezione anche a costo di negare l'evidenza dei problemi più gravi che affliggono tanto l'ambiente quanto la popolazione terrestre. Chiunque non si conformi ai dettami del Governo Unificato viene pubblicamente screditato ed infamato per poi essere relegato ai margini della società. Neppure dopo la devastazione causata dallo schianto sulla superficie della Terra di una letale sfera nera, chiamata Pennant, identificata come un manufatto alieno, il Governo Unificato si riscuoterà dal suo torpore, condannando tutta l'umanità ad una prematura estinzione. Solo Harlock, dopo aver identificato come responsabile del disastro la razza aliena delle Mazoniane, si frapporrà fra il genere umano, che continua a disprezzarlo e temerlo, ed il completo annientamento ad opera della Regina Raflesia di Mazone. A bordo dell'Arcadia, creata dal genio dell'amico Tochiro Oyama, aiutato da un equipaggio di sbandati, il famoso pirata spaziale riuscirà, dopo due anni di combattimenti all'ultimo sangue, ricercato ed in costante fuga dai suoi simili, ad aver ragione di Raflesia garantendo un futuro di libertà alla razza umana.