Lo scienziato si accomodò sulla sedia rivestita in pelle nera, qualcuno alzò l’intensità delle luci e lui poté vedere chi altri fosse presente nella stanza: ufficiali di esercito, marina e aviazione occupavano quasi tutti gli altri posti attorno al tavolo.Non c’erano orologi alle pareti e il proprio aveva dovuto lasciarlo in custodia a Barbara; alla moglie, così come li aveva informati il sergente all’aeroporto, non era stato permesso di seguirlo e lo stava aspettando in un salottino dotato di ogni comfort. A Barbara aveva dovuto consegnare anche il cellulare e separarsi dal suo smartphone lo stava mettendo a disagio molto più che non avere il controllo sullo scorrere del tempo.- Buongiorno dottore, sono il generale Morris. Coloro che vede accanto a me sono gli ufficiali membri del mio staff. Immagino vorrà sapere perché si trova qui.

- Immagino stia per dirmelo.

Il sarcasmo di Simmons strappò a Morris un sorriso tirato.

- Dottor Simmons, abbiamo collaborato con profitto in passato, i suoi brevetti hanno messo in evidenza la sua genialità e l’applicazione di essi in campo militare hanno permesso agli Stati Uniti di essere sempre all’avanguardia e poter tutelare al meglio la sicurezza dei cittadini americani.

- Lo so bene e la ringrazio per l’apprezzamento. Ma, cosa ha a che fare tutto ciò con la mia presenza qui?

- Vengo al punto. Diciamo che, data la competenza mostrata, il governo degli Stati Uniti ha pensato di seguire da vicino i suoi progressi in campo sperimentale e...

- Mi avete spiato! – Simmons scattò in piedi – Avete spiato i miei studi! Io...

- Dottore, la prego, si sieda. Non ha nulla da temere, mi creda. I suoi progetti resteranno suoi.

Simmons non accennò ad obbedire alla richiesta del generale, continuando a sovrastarlo dall’alto del suo metro e ottanta.

– Non ci guadagna nulla a mettersi contro il suo Paese – continuò Morris – mentre invece, se collaborerà, tutti ne trarremo considerevoli benefici – sorrise – e ora, per l’ultima volta, con la cortesia che mi contraddistingue le chiedo di accomodarsi. – ogni atteggiamento amichevole sparì dal volto del generale.

Lo scienziato inspirò a fondo - A cosa siete interessati con precisione – domandò mentre si rimetteva seduto.

- Questa sera al M.I.T. lei avrebbe dovuto tenere una conferenza riguardo a un suo recente esperimento. Può parlarcene?

- Oh, quello! Ma si tratta di un progetto in fase preliminare che mi sta dando alcuni problemi e...

- Sì quello dottore, ce ne parli. – lo incalzò un giovane colonnello della marina.

- Va bene. Allora si tratta di... insomma, potremmo definirli, anticorpi artificiali.

- Prosegua.

- Per semplificare, stiamo parlando di piccoli robot costituiti da poche molecole di silicio, dei nano-droidi di dimensioni paragonabili a microorganismi, ma dotati di un’intelligenza programmabile.

Quando agiscono come singole entità sono tutto sommato piuttosto stupidi, ma se vengono aggregati si comportano come una vero e proprio organismo in grado di eseguire determinate istruzioni. Combinandosi tra di loro possono replicare o ricostruire parti di oggetti utilizzando le informazioni contenute nella struttura molecolare ospite.

Per le loro attività sfruttano la sensibilità dal silicio alla luce e utilizzano l’energia accumulata in eccesso per spostarsi, generando forti campi magnetici che permettono loro di vincere la forza di gravità.

- Interessante dottore, ma quali sono i problemi ai quali si riferiva pochi istanti fa.

- In generale sono “esseri” poco controllabili e nelle ultime “versioni” sperimentali hanno cominciato a mostrarsi più aggressivi del dovuto.

- Cosa intende per aggressivi. – lo incalzò Morris

- In uno dei test, un agglomerato di nano-droidi dimenticato accanto a un vetrino per analisi con del sangue, ha “attaccato” il campione e ha ricostruito completamente il sangue in versione sintetica. Per questo li ho chiamati controcorpi.

- Ma è fantastico, mormorò un generale con l’uniforme dell’aviazione. Morris fece cenno di tacere – Mi dica dottore, quando si è verificata questa circostanza.

- Non so. Circa due settimane fa. Perché me lo chiede?

Morris si rivolse all’unico in borghese presente nella stanza: l’uomo che fino a quel momento era rimasto in ombra dietro le sue spalle – Dottor Boyle, corrisponde?

- Sì il periodo è quello – confermò l’uomo – in quei giorni abbiamo introdotto da internet alcune variabili nella morfologia di base dei nano-droidi.

Simmons scattò in piedi di nuovo, questa volta due militari dovettero trattenerlo – Avete violato il mio pc! Alterato i miei dati! Come avete potuto! Io vi farò rimpiangere...