Dicono che io sia un attaccabrighe, un violento, ma che significa oggi questa parola? D’accordo, ho litigato col datore di lavoro e col padrone di casa, ma siamo nel 2030 e le relazioni interpersonali avvengono in telepresenza olografica, insomma non sono così dirette come un tempo, e alla fine diventa difficile infuriarsi davvero con un interlocutore via cavo, evanescente, che magari abita agli antipodi. Voglio dire: riuscireste a mollargli una sberla via Rete?

Tuttavia avevo acquisito questa pessima fama e presi una decisione drastica. Mi dissi che ero sempre voluto restare solo nella vita, e che di denari non ne avevo mai visti molti, perché non andare ad abitare in cima a un monte?

Fu da lì che mi venne la geniale idea: sulla Luna! Lassù per quattro soldi si svendono vasti territori, alla portata perfino delle mie tasche. Mi sembrò un’idea magnifica.

Comperai dieci ettari di Luna, località Mare delle Crisi. Dalla non lontana Base americana acquistai (a rate) un’unità prefabbricata, già arredata, mi attrezzai adeguatamente, e fu così che mi piazzai lì, con relativa facilità. Ora finalmente vivo in pace, pensai, e sfido chiunque a farmi litigare perfino qui.

E invece...

Una settimana più tardi, dalla vicina Base mi chiamò via satellite un tipo, tale mister Waxman, venuto appositamente sulla Luna per dimostrarmi che vantava diritti di proprietà sul mio suolo, e per ingiungermi di sloggiare. Si presentò poche ore dopo l’avviso, vidi la sua figura in scafandro bianco avanzare, nell’orizzonte lunare pietrificato. Indossai subito anche io lo scafandro e uscii: nella mia casa, quell’individuo non avrebbe mai messo l’ombra di un piede.

Cominciammo a discutere fuori, a 200 gradi sotto zero anche se il sangue già mi bolliva. A mia richiesta, il tipo esibì un contratto d’acquisto incellofanato, ereditato dal nonno e risalente al... 1970! Sissignori. Pareva che già a quell’epoca intraprendenti affaristi avessero venduto abusivamente pezzi di Luna a un imprecisato numero di creduloni. Possibile? Intanto sul contratto del nonno risultava nientemeno che l’avallo del Demanio di New York, perché non era stata abolita (pare non lo sia tuttora) una legge dell’Ottocento, che consentiva ai pionieri del Far West di accaparrarsi i “terreni incolti e abbandonati”. Ed è vero che una convenzione fra alcuni stipulata un secolo dopo, nel 1967, vietava alle nazioni di vantare pretese sui corpi celesti, ma secondo Waxman essa non era applicabile agli individui singoli, e a difesa citava sentenze d’epoca! Al mio fermo rifiuto, il bellimbusto minacciò l’immediato intervento di ruspe lunari.

Io, sfrattato dalla Luna!

Bene. Sarò un attaccabrighe, ma stavolta – c’era una splendida volta stellata, tutto l’universo mi è stato testimone – col guantone dello scafandro gli ho mollato un classico uppercut allo stomaco. Reale, non via Rete.

Credo anche si sia trattato del primo cazzotto lunare.