È nelle librerie il romanzo d'esordio della scrittrice inglese A. K. Benedict. Viene pubblicato da Castelvecchi con il titolo L'assassino che viaggiava nel tempo (The Beauty of Murder, 2013). Si tratta di un thriller filosofico che però miscela abilmente generi diversi con tanto di omicidi, indagini della polizia, filosofia, estetica dell'assassino, viaggi nel tempo, horror e un pizzico di magia. Dunque tanta carne al fuoco che l'autrice ha abilmente mescolato in un romanzo divertente.

Stephen Killigan arriva a Cambridge come nuovo insegnante di metafisica. È giovane ed entusiasta del suo lavoro anche se trova gli austeri locali dell'università le cui pietre sono vecchie di ben settecento anni, assolutamente freddi. Poi una sera una scoperta sconvolgente: si imbatte nel corpo di una ragazza che è scomparsa da circa un anno. Sul volto della ragazza c’è una maschera di pietra, ma all'arrivo della polizia, chiamata immediatamente da Killigan, del corpo della ragazza non vi è più alcuna traccia. Chiaramente a questo punto al giovane professore viene applicata la "targhetta" di mistificatore o di visionario.

Per Killian non resta che indagare per suo conto. Sarà aiutato da una bella archivista e da una anziana professoressa di fisica, ma sopratutto entrerà in un mondo dove i corpi di persone assassinate appaiono prima della morte degli stessi e nel mondo di un assassino che riesce a scivolare nelle pieghe del tempo tra il presente e la città di Cambridge del XVII° secolo.

L'autrice

A.K. Benedict ha studiato scrittura creativa alla University of Sussex. È stata la leader di una band underground, compone musica per il cinema e la televisione e suoi racconti e poesie sono apparsi su diverse riviste e antologie, tra cui The Best British Short Stories 2012. Vive a Hastings.

La quarta di copertina

Da quando è arrivato a Cambridge per insegnare metafisica al Sepulchre College, il giovane Stephen Killigan ha freddo. C'è qualcosa, in quelle pietre austere che hanno visto passare settecento anni di storia, che gli dà i brividi. E quando una sera scopre il cadavere di una reginetta di bellezza scomparsa un anno prima, con il volto coperto da una maschera di pietra, crede di aver compreso il motivo. Ma all'arrivo della polizia il corpo è scomparso senza lasciare traccia, e Killigan si ritrova di fronte a un mistero inquietante, e a un assassino che sembra agire secondo le leggi del paradosso. Con l'aiuto di un'affascinante archivista e di una anziana a screditata professoressa di fisica, comincia a muoversi tra il presente e la Cambridge del Seicento, cercando di districare i fili aggrovigliati dello spazio-tempo e di capire se lui stesso sia sull'orlo della follia o di una scoperta straordinaria. Tra visite a cittadine costiere dal fascino inquietante e infinite tazze di tè, si ritroverà scaraventato suo malgrado in un mondo sinistro, popolato da tatuatori, cadaveri e studiosi di estetica, e da un assassino che ha tutto il tempo del mondo a sua disposizione.

A.K. Benedict, L'assassino che viaggiava nel tempo (The Beauty of Murder, 2013)

Traduzione Alessandra De Marco

Castelvecchi, collana Narrativa, pagg. 376, euro 19,50