E tutto questo perché lei non è come noi.

Ora che l’ho scoperto, mi spiego l’avvertimento di Charlie.

Lei ha deciso di migrare in un altro corpo, artificiale, con cui superare la data di scadenza della morte organica: una scelta che non merita un trattamento simile e che non l’ha fatta durare molto a lungo in questa forma.

Come da rituale, Charlie bacia la testa sulla bocca, la poggia in terra e con il ferro estratto dallo zaino la scaglia lontano, in un movimento perfetto del busto: un backswing che la fa atterrare in cima alla collina paltata di fronte.

– Ora è tutta vostra. Buon divertimento.

L’inno si trasforma in un grido liberatorio. L’eccitazione trattenuta sino ad allora, prende a scorrere dalle gambe e dalle braccia della banda.

– Caccia la palta! Caccia la palta!

I Dead Bones scattano e accorrono attorno ai resti del corpo senza testa, iene fameliche invitate a un banchetto atteso da una settimana.

Tranciano cavi arteriosi spessi un dito da cui partono scintille. Tagliano giunti elastici che si allungano prima di cedere con uno schiocco. Strappano brandelli di quella che sembra cartilagine. In tre minuti Alba viene smembrata e ridotta ai suoi componenti di base.

Seguendo l’ordine di spartizione della preda, ognuno si prende un pezzo del trofeo: Crispy Lenny le braccia, Micky Muco il busto con le tette, Jimmy Lombo le gambe, anche se si lagna di volere il culo e Charlie quel che resta, cioè il pube. Nessuno si è mai azzardato a fare il furbo.

– Di corsa, tutti da Junkland. Questa stronza ha lanciato il segnale salvavita a qualche satellite. Dobbiamo telare in fretta.

Il surrogato di sangue versato stanotte si allarga in una pozza di plasma vermiglio a segnare il punto dove è stato commesso un omicidio.

Perché questo è un crimine, sebbene domani la terra ne avrà inghiottito la macchia.