Era venuto di corsa a trovarmi nella sede del Centro Ricerche per farmi importanti rivelazioni. Brillante psichiatra, in servizio controvoglia, alla 6° Sezione speciale ispezioni intellettive del Ministero dell’Interno, Teo Davolio seguiva con attenzione gli effetti della sperimentazione di prodotti Ogmk sulle funzioni psichiche dell’uomo. - E quale sarebbe l’origine della patologia? -, gli chiesi immaginando già la sua risposta.

- Le potentissime sostanze psicotrope contenute nel Triticum uranio -, rispose secco, aggrottando la fronte e scrutandomi con un senso che doveva essere di pena.

L’équipe di biologia molecolare, che coordinavo, aveva ottenuto il frumento Triticum uranio, di III generazione Ogmk, dopo anni di impegnative ricerche.

Era il frutto dell’ibridazione tra il Triticum andromeda e un frumento giapponese con l’inserimento di un gene di Noctua orientalis, unico esemplare sulla Terra della preistorica farfalla notturna. Il lepidottero era stato rinvenuto in un anfratto murgico con habitat ancora arcaico.

Il Triticum uranio, adatto a condizioni pedoclimatiche aride, resisteva a tutti i patogeni e parassiti conosciuti. Aveva qualità nutrizionali straordinarie. Si potevano effettuare due raccolti per anno solare con produzioni impensabili sino a poco tempo addietro. La nuova varietà era osannata dalla Comunità scientifica.

I problemi di approvvigionamento sarebbero stati risolti. Anzi con il tempo avremmo rifornito gli altri Paesi della SEU, la Società Extraeuropea Unita, da tempo allargata anche ai Paesi Nordafricani e Israele. 

Per la miracolosa capacità produttiva, che pareva potesse salvare il mondo dalla fame, il Triticum uranio era stato definito il “Grano di Dio”.

Provai un senso di rabbia e sbigottimento.

Abbozzai una difesa: - Come fai a sostenere che il Triticum uranio produce danni del genere -, domandai a Teo Davolio che come sempre non lasciava dubbi alle sue affermazioni,

- Sto elaborando uno studio evolutivo comparato per passare dalla III alla IV fase Ogmk. E sin dall’inizio della sua costituzione l’ho studiato attentamente il tuo Grano di Dio. O per meglio dire ne ho studiati gli esiti. Non mi convincevano – riprese- le modificazioni del Dna. E soprattutto gli effetti sul sistema nervoso centrale dei quali voi biologi, mio caro e bravo dottor Elio Mari, non vi potete accorgere -”, Teo Davolio mi chiamava sempre per titolo, nome e cognome quando mi doveva far rilevare qualcosa che riteneva importante.