Le macchine della polizia erano ferme di traverso nella strada in un modo così caotico da fare dubitare che potessero essere parcheggiate. Questo loro modo d’essere in sosta segnalava senza equivoci al mondo che era arrivata la legge a farsi carico di qualsiasi problema, e che per quella notte nessuno avrebbe dormito. - Supera l'officina e fvolta al primo angolo - ordinò il killer. - Cambio di programma. Fai da folo. Liberati in qualche modo dei polifiotti e poi ci vedremo più tardi. Ricordati che non voglio fare male alla fignorina, ma potrei fargliene fe parli con loro.Scesi dall'auto e tornai indietro verso l'officina.

Mi avvicinai di corsa. Un poliziotto cercò di sbarrarmi la strada con le braccia spalancate come se stesse giocando a pallacanestro, ma lo schivai con un torrente di parole alle quali il poliziotto non seppe trovare d'istinto una buona risposta. Indi corsi verso l'officina. Sulla porta mi fermò un altro poliziotto e forse gliene avrei dette un bel po' anche a lui, quando egli mi disse:

- Il commissario le deve parlare.

- Davvero? - non seppi rispondere altro,

Il commissario di polizia si avvicinò.

- Dobbiamo esaminare subito la Jaguar di stamattina - disse perentorio.

- È un maledetto cubo di lamiere; e il giaguaro l'ho già estratto e nutrito - risposi.

- Non ha trovato nulla? 

- Le solite parti meccaniche. Se le volete potete portarvele via subito. Ma vi servirà almeno un carro attrezzi.

- Non importa, non mi serve tutta l'auto. Solo la custodia che c'era dentro.

- Quale custodia? - Sfoggiai la mia migliore faccia da poker. Se avessi mai giocato avrei guadagnato una fortuna.

- Non prendetemi in giro. Non può non aver trovato quello che cerco. Le consiglio di non interferire con un’indagine di polizia.

Tra l'incudine e il martello. La tentazione di dire tutto al commissario era forte. Soppesai la possibilità per un momento. Ma l'idea di Tecla sola insieme al killer dalla lingua di pezza mi dissuase.

- Non ho trovato nessuna custodia. Prendetevi l'auto e cercate pure.

La custodia era lì. Indistinguibile dal caos entropico di una officina, dove ogni oggetto è disposto senza alcuna logica apparente. L'avrebbe vista chiunque, se solo avesse guardato sapendo cosa cercare.