Era molto divertente far passare le palline da minigolf da cicli limite a punti fissi.Rientrando verso casa di Tecla, guardando lo specchietto prima di cambiare corsia per un'auto ferma, notai una bella Puma. Bella macchina. Ma Tecla decise anche in questo caso di prendere l'iniziativa, e senza mezzi termini propose: - Hai qualche collezione da mostrarmi? - e mi fece un sorriso che apriva una porta, anzi un portone, sul mondo. Diventai fucsia. Il mio sangue passò attraverso diverse transizioni di stato. Ma sono solo un po' tonto, non fesso, per cui senza dire altro mi diressi verso casa. Vivevo, e vivo tutt'ora, in un appartamento sopra l'officina. Casa e bottega. Ma, prima di poterci avvicinare all'officina, la Puma ci superò tagliandoci la strada.

- Ma che ca.. -. Frenai con notevole prontezza di riflessi.

Prima che potesse dire qualcos’altro, un uomo vestito di grigio scese dall'auto e mi puntò contro una pistola. Era uno stupido e formale abito grigio. Sarebbe stato impossibile, qualora lo avessi visto prima, confonderlo nella folla. Un perfetto idiota, insomma, che si vestiva in modo vistosamente anonimo. Ma poiché ogni individuo può rendersi invisibile a patto che nessuno lo guardi. Ma con la pistola in mano, chiunque ottiene la tua attenzione. Non bella come situazione.

- Ufcite fuori dalla macchina - gridò con autorità.

Eravamo disarmati, non ci facemmo pregare. L'uomo dalla lingua di pezza continuò:

- Lei ha qualcofa che mi ferve. La cuftodia dentro la Jaguar. Non potete non averla voi. Vi ho forvegliato. Fe me la darà fenfa tante ftorie, e fenfa andare alla polizia, le fignorina e lei farete lafciati tranquilli. In cafo contrario non fo cofa potrebbe accadervi.

Messaggio semplice e diretto.

- Chi mi assicura che se le consegno la custodia ci lascerete andare? - Domandai.

- Neffuno, non ha alternative - sogghignò il tipaccio.

- Ora andremo tutti in officina e la cosa la rifolviamo fubito.

Parcheggiai la mia auto. Senza una parola salimmo tutti sulla Puma. L'uomo in grigio puntava la pistola su Tecla. Mi fece cenno di sedersi al posto di guida, e a Tecla di mettersi sul sedile posteriore, accanto a lui. Guidai velocemente verso l'officina.

Avvicinandosi notai lampi blu provenienti dal fondo della mia strada.

Tre auto erano ferme davanti la porta dell'officina. Lampeggianti blu illuminavano la facciata del palazzo. Occhi curiosi sbirciavano dalle finestre aperte di una bella sera d'estate.