Questo gli dava un'idea di cosa dovesse essere quella creatura di aspetto simile a una pozza di fango. Prima della terraformazione, Venere non aveva avuto forme di vita proprie, ma come le piante, anche molti microrganismi si erano sviluppati in maniera incontrollata, non limitati da concorrenti animali più evoluti. In particolare, erano state liberate nell'atmosfera del pianeta grandi quantità di microrganismi adatti a metabolizzare lo zolfo la cui presenza nel cocktail atmosferico venusiano era stata – temperatura a parte – il maggiore ostacolo al terraforming.Hal Doren sapeva che c'erano microrganismi che si erano adattati a metabolizzare una gamma pressoché infinita di sostanze. Nel Mono Lake in California, ad esempio, ve n'erano alcuni che prosperavano grazie a una chimica a base di arsenico.

Tendendo bene le narici, Hal Doren avvertì un lieve sentore simile a quello delle uova marce: doveva essere stato quell'odore a mettere in guardia Enos, il cavallo aveva, come quasi tutti i mammiferi, un olfatto più sensibile di quello umano.

Quell'essere e i suoi simili dovevano essere alquanto pericolosi, con acido solforico che scorreva loro nel citoplasma e sulla superficie cellulare. 

Doveva avvisare il controllo missione prima possibile.

In una tasca della sella di Enos c'era il kit di pronto soccorso. Disinfettò la ferita, la fasciò, e per sicurezza ingoiò un antidolorifico.

Non c'era altro da fare che aggirare la creatura acquattata nel sottobosco, che per fortuna sembrava alquanto torpida. Questo avrebbe allungato il tragitto e fatto perdere tempo, ma non c'erano alternative.

Fu qualche ora più tardi che trovò l'elicottero di Nina Kirsten, in cima a un lieve rialzo del terreno in una zona erbosa, scoperta. Vide che era circondato: tutto attorno ad esso si muovevano con esasperante lentezza ameboidi grigiastri non dissimili da quello che Hal Doren aveva incontrato nel bosco.

Imprecò mentalmente: non aveva armi con sé, ammesso che un fucile fosse stato efficace contro quegli esseri amorfi.