— Come possono disintegrarsi cento navi? — Una luce improvvisa nella mente di Mac. Aggiunse: — Un momento... a meno che... — la sua faccia cambiò espressione. — Questo potrebbe succedere nel caso di... d’una battaglia… e allora tutti quei fusi non sarebbero che... un cimitero! — Penso sia proprio così — disse Larry, — Ci siamo imbattuti in un cimitero di guerra. Naturalmente è una supposizione, ma d’altra parte che si fa noi sulla Terra dopo una battaglia? Si cerca di raccogliere i caduti e dar loro una sepoltura. E dopo una battaglia navale qual è la fossa comune, se non il mare stesso? Perché non dovrebbe essere così anche nello spazio? Molto probabilmente ci sarà stata una lotta in qualche sperduto campo di battaglia cosmico, lontano nello spazio e nel tempo e, venuta la tregua, ci saranno state squadre di soccorso che avranno raccolto i caduti, orribili ammassi di carni o chissà cosa mostruosamente mutilati come solo lo spazio può fare. I corpi saranno stati ricomposti in queste bare e affidati alle correnti cosmiche, destinati a vagare per l’eternità.

— E quel triangolo? — chiese Steve. — Cosa vorrà significare? Forse per gli abitanti di quel pianeta sarà il segno che indica una tomba.

— Certi popoli sulla Terra mettono una croce.

Rico dice: — Larry, pensavo una cosa. Se effettivamente quello che abbiamo trovato è un cimitero di guerra, non pensi che sarebbe meglio restituire allo spazio quel povero corpo straziato? Non è bello portar via cadaveri dai cimiteri. E abbiamo tutti i dati e gli ologrammi per studiarci sopra fin che vogliamo.

— Hmm... in questo caso bisognerà sigillare nuovamente la bara. — mormorò Larry soprappensiero.

— Certo — aggiunse Steve. — Lo faremo nella camera di decompressione.

Larry rimase zitto, poi si alzò. — Mac, rimetti la tuta. Si va a prendere un’altra boccata d’aria fresca.