Cosa devono aspettarsi gli appassionati di "Dead Space" in questo romanzo?

Ho cercato di scrivere un libro che rimanesse fedele a tutto ciò che mi è piaciuto del videogioco, volevo che il romanzo rispondesse alle domande che mi sono posto io quando giocavo. Domande quali: Che cos'è Unitology? Che cosa è successo prima con il progetto del Marchio? E così via. Ho provato anche a catturare lo stato d'animo del gioco. Inoltre, chi ha giocato troverà molti echi di Dead Space, e ci sono anche alcune sorprese…

Quali differenze ci sono tra la scrittura di un romanzo originale ed uno ispirato a un videogame?

Con un romanzo tratto da un videogioco, lavori in un mondo già creato da altri. Ciò può essere difficile: si deve giocare con regole che qualcun altro ha creato per te. Ma ho sentito fin da subito che il mondo Dead Space era molto vicino alla mia sensibilità, è stato facile adattarsi. Mi è piaciuto far parte del mondo di Dead Space.

Qual è il tuo processo di scrittura quando ti accingi a scrivere un nuovo romanzo?

Dipende dal romanzo. Per Dead Space, ho scritto una breve sinossi di una pagina e poi ne ho sviluppata una più lunga e specifica di circa venti pagine. Poi, un amico mi ha prestato al sua casa delle vacanze e ho scritto come un matto, poi ho rivisto il tutto...

Tu vivi e lavori a Providence, Rhode Island, la città di Howard Philips Lovecraft. Cosa ne pensi di questo grande scrittore e chi sono gli autori che ti hanno formato come lettore e scrittore?

Sono stato diverse volte alla tomba di Lovecraft e ho dato un’occhiata alle sue carte private e alle collezioni delle sue lettere presenti nella biblioteca dell’università dove insegno. Non amo tutte le sue storie, ma quelle che mi piacciono, le adoro. Per esempio, adoro molto Le montagne della follia, L'uomo che sussurrava nelle tenebre, e altri racconti. E strano leggere i suoi racconti a Providence, perché i luoghi a cui lui fa riferimento nelle sue storie esistono ancora. Per esempio, l'università dove insegno (la Brown University) è stata il modello per la Miskatonic University. Per quanto riguarda gli scrittori che sono stati importanti per me, dovrei citare Gene Wolfe, Philip Dick, Michael Moorcock, Muriel Spark, J.G. Ballard, Franz Kafka, Flannery O'Connor e Samuel Beckett. Probabilmente ci sono molti altri che sto dimenticando.Dipende dal romanzo. Per Dead Space, ho scritto una breve sinossi di una pagina e poi ne ho sviluppata una più lunga e specifica di circa venti pagine. Poi, un amico mi ha prestato al sua casa delle vacanze e ho scritto come un matto, poi ho rivisto il tutto...

Potresti parlarci del tuo romanzo intitolato The Open Curtain, pubblicato in Italia da ISBN con il titolo La colpa?

La colpa è la storia di un ragazzo di religione mormone degli ultimi anni del ventesimo secolo che è ossessionato da un omicidio avvenuto all’inizio del ventesimo secolo e di come tale evento inizia ad influenzare la sua vita. È un libro sulla religione e la follia, che mette in dubbio ciò che è reale e ciò che non lo è. Amici italiani mi dicono che la traduzione in italiano di Enrico Monti è eccellente.

Tu sei l'autore di un romanzo horror, Last Days, ma hai scritto anche romanzi di fantascienza. Cosa ne pensi della contaminazione fra i generi letterari?

Io scrivo spesso romanzi che hanno un piede in un genere e uno in un altro. Last Days è un romanzo horror, ma anche poliziesco. La colpa è stato scritto come un romanzo mainstream, ma ha vinto un premio come miglior giallo (il premio Lilly, nella categoria crime fiction NdR). Altri miei lavori giocano con la fantascienza o sono più strettamente mainstream. Penso che la contaminazione sia uno dei modi affinché i generi letterari crescano e si sviluppano e penso che ciò possa essere un bene, ovvero essa non è automaticamente una cosa buona o cattiva. O meglio, direi che ci sono tanti buoni romanzi che mescolano generi quanti buoni romanzi che rimangono all’ interno dei generi. (E altrettanti cattivi romanzi!)