Tutto cadde nel silenzio. Quando Stefano si accertò che tutti e quattro erano morti, raccolse le chiavi dell’auto.— Maledizione! — mormorò con un filo di voce.Poi mise in moto e si allontanò con Valeria che, atterrita, era distesa sul sedile posteriore.— Lasciami andare, ti prego! — disse Valeria tra le lacrime.Stefano aveva fermato l’auto solo dopo essersi allontanato da Merzate, approfittando di una stradina di campagna che portava all’edificio a due piani di un casello ferroviario abbandonato, a poca distanza dal passaggio a livello.

— Vorrei spiegarti, vorrei che tu capissi come stanno le cose.

— Non ha importanza.

— Invece ne ha. Non solo per me, ma anche per te.

Valeria scosse la testa, ma Stefano proseguì ugualmente.

— Noi, io e i miei colleghi, facciamo parte di un’agenzia che opera segretamente, anche se con il beneplacito del governo italiano. Si chiama Contro Cronologia Apparente e non esiste solo da noi, ma anche in altre nazioni. C’è un fenomeno, che forse esiste da sempre, ma che è diventato più frequente da quando sono stati costruiti i primi computer a matrice quantistica per cui intere città appaiono dal nulla. Dove prima non esisteva nulla, appare un intero paese, con le sue case, le sue strade, i suoi abitanti e la sua storia. Il nostro mondo si modifica per accoglierlo. Strade che prima erano cieche, vanno a collegare la nuova città con le altre, si modificano, cambiano. E soprattutto la memoria della nuova città si espande nel nostro mondo, va a modificare gli stessi ricordi degli uomini, come se fosse sempre esistita, una specie di fallout della consapevolezza ad ampio raggio. Solo chi è schermato, come me, sa che la città appena apparsa non esisteva fino a poco tempo prima. Altrimenti i documenti, le foto, i registri, i dati elettronici, i libri, tutto si adegua, come se la città fosse sempre stata lì. La nuova città non è più distinguibile dalle altre.

Gli occhi di lei erano sgranati e lo fissavano come si fissa un pazzo.

Stefano abbassò lo sguardo. Credeva di aver ritrovato Valeria, ma in realtà lei era sempre rimasta irraggiungibile.

— E tu, tu fai parte di questa città. Anche se…

— Anche se ero morta?

— Non era mai accaduto prima. Non avevamo mai trovato persone che fossero già vissute da noi. Si trattava sempre di esistenze nuove. Ma la tua presenza significa che altre realtà stanno collassando sulla nostra e lo fanno con uno scopo preciso, per salvarci.

Lei continuò a fissarlo. Non poteva accettare quella cosa, non era la sua realtà.

Stefano guardò il bracciale. Il led era diventato rosso. Ancora poche ore e la schermatura non lo avrebbe più protetto dal fallout. I suoi ricordi si sarebbero sgretolati e sarebbero stati assorbiti da quella città. Sarebbe diventato tutt’uno con essa. E facendo così avrebbe detto addio all’agenzia di Contro Cronologia Apparente.

Bastava resistere ancora un poco.

Guardò Valeria e lesse il suo volto.

Non l’avrebbe mai convinta.