Le strade del centro storico di Merzate erano poco frequentate, ma forse sarebbe bastato attirare l’attenzione per far intervenire i carabinieri del luogo. Non poteva credere che sarebbero giunti a sparargli. — Mi volete spiegare cosa sta succedendo? — chiese Valeria con un filo di voce.— Meglio se taci — la redarguì la donna russa.Stefano si fermò. — Voi siete arrivati in città così in fretta perché state sorvegliando l’agenzia italiana, forse state sorvegliando tutte le altre agenzie.— In Russia diamo molta più importanza alla Contro Cronologia Apparente di quanto facciate voi qui. Abbiamo stabilito che esiste un pericolo e che voi lo state sottovalutando. Non abbiamo intenzione di aspettare oltre. Portare le prove dell’apparizione di una persona che era morta, renderà molto più facile convincere chi deve essere convinto che è il momento di decisioni importanti.— Morta?

Il russo ignorò Valeria. — L’unico limite dei terroristi era quello di poter morire in maniera definitiva; se viene a mancare anche questo saremo nelle loro mani. E vedrete che quando gli americani si accorgeranno che accade la stessa cosa nel Medio Oriente che stanno cercando di occupare da quarant’anni, ci aiuteranno subito. I vostri servizi militari, invece, vogliono che si prosegua nello studio delle apparizioni, ma sanno delle nostre intenzioni. Non è un caso se avete uno di loro nel gruppo. Andate avanti, adesso.

Stefano non era armato. Era un ricercatore, non una guardia; solo Davide aveva anche quel ruolo, fino ad ora considerato superfluo. E poi non voleva rischiare di mettere a repentaglio Valeria, anche se si trattava di un’’altra Valeria.

I due russi avevano nascosto le loro armi, in modo da non essere visti, ma indicarono a Stefano che li tenevano comunque sotto tiro, indirizzandoli verso un’auto parcheggiata nella via dietro al museo.

— Salite — intimò l’uomo aprendo lo sportello posteriore.

Stefano esitò. Possibile che gli agenti sperassero di portarli con loro senza incontrare problemi, oppure avevano già organizzato il trasferimento? Anche se da anni si parlava di far entrare la Russia nella Comunità Europea, la cosa non si era ancora materializzata. C’era comunque una frontiera da superare.

Il russo però sembrava si stesse irritando e anche la donna, che intanto aveva tirato fuori le chiavi,  fece un brusco cenno verso la macchina.

In quell’istante comparvero Davide e Lorieri in fondo alla via, a una ventina di metri di distanza. Erano armati entrambi.

— Fermi!

L’agente russo si voltò è sparò.

Davide sembrò incespicare, poi cadde sull’asfalto. Lorieri si spostò di lato per rispondere al fuoco.

— Giù — urlò Stefano a Valeria, spingendola a forza nella macchina.

La russa stava sparando a sua volta, ma anche cercando di trovare una posizione più riparata. Stefano la colpì con lo sportello e la costrinse a voltarsi. Forse gli avrebbe sparato, ma venne raggiunta dai colpi di Lorieri e cadde a terra trafitta alla testa.

L’altro agente russo ne approfittò per mirare e colpire il colonnello più volte, ma non poté fare altro. Stefano raccolse l’arma della donna e gli sparò alle spalle.