DA UN ARTICOLO DI FONDO DEL SIDNEY JOURNAL, APRILE 2168

 

“… ormai il Movimento per la Legge Morale risulta quasi completamente annientato. Cellule autonome si annidano ancora in India e in Cina, ma si può affermare che nei Paesi Occidentali sia stato debellato. Ciò che rimane dell’esperienza marziana, e del suo tragico epilogo, è la Setta dell’Anima di Marte, sorta di congregazione pseudo-religiosa diffusasi negli ultimi due anni in Sud America, oltre che in Europa meridionale. Si tratta di gruppi di fanatici che idealizzano i mutanti marziani della Stazione di Terraforming, ormai certamente morti o ridotti ad esseri deformi e privi di qualsiasi capacità umana. Questa Setta professa la convinzione, certamente alimentata dalle notizie relative allo scandalo mai confermato delle comunicazioni del commando tragicamente scomparso, che i ribelli di Marte siano ancora vivi seppure, grazie alla contrazione del virus alieno, mutati in una forma per loro superiore, alla quale tutta l’umanità dovrebbe tendere. In questo senso, professano l’idea di spedizioni future per entrare in contatto con i marziani, e prendere la stessa via… Al di là dell’assurdità di auspicare la contrazione del tremendo virus alieno, di cui tutti hanno visto gli orrendi effetti sia sugli uomini sia sugli animali, fa specie che questi fanatici ritengano ancora vivi e senzienti, ed anzi impegnati nella creazione di una quasi mitica “nuova razza” e “nuova società”, i disgraziati dispersi sul Pianeta Rosso. Di certo c’è che Marte sarebbe presto abitabile… ed è veramente un peccato che la diffusione del virus lo renda, ancora oggi e chissà per quanti anni ancora, un pianeta chiuso ad ogni possibile spedizione umana…”

 

DAL BLOG DI PENELOPE JONES, EX COMPAGNA DI LAZARIUS OMETECH, 2174

 

“Sento di voler scrivere ancora qualcosa, anche se probabilmente nessuno mi leggerà… c’è poco tempo, ormai…

A volte ti sogno ancora, Lazarius. Non come sei ora, nascosto in chissà quale angolo di Marte e imprigionato nel tuo corpo deforme, ma come ti ricordo, oltre trent’anni fa, nel pieno vigore dei tuoi anni migliori. Eri un tale visionario che a volte mi facevi paura.

È stato bello, davvero, vederti impegnato nel progetto Marte. Ne hanno parlato tutti i siti principali. Sono stata orgogliosa di te, quasi fossi ancora la tua donna. Ed altrettanto ho sofferto quando hanno scoperto che eri stato tu, con i tuoi amici, a dar vita alle Squadre. Appena diedero la notizia, sentii dentro di me di averlo in qualche modo sospettato. Ovviamente non l’avevo mai creduto, poteva essere qualsiasi altro con ideali simili ai tuoi, ma dopo mi parve tutto così logico! Non ti biasimo per quello che hai creato, perché in linea di principio l’ho condiviso, ma col tempo si è scatenata la confusione. L’anarchia ha preso il sopravvento in molte città. Le squadre di mezzo mondo hanno cercato di sostituirsi agli enti ufficiali che solo alla fine sono riusciti a fermarle e a ricreare un po’ d’ordine… se ordine può essere attribuito alla situazione politica e sociale nella quale viviamo.

Intanto ti eri contaminato. Mi sono resa conto che una parte di me non aveva mai smesso del tutto di amarti. Dentro mi si era rotto qualcosa che avevo custodito gelosamente per tanto tempo. Non ho mai creduto nemmeno un minuto a quei fanatici che mitizzavano la tua condizione e quella dei tuoi poveri compagni marziani. Mi sembravano semplici millantatori o, al meglio, degli ingenui, e per anni ho smesso di pensarti.