“Avevo appena terminato le riprese di un film intitolato PS I love you e la Warner Bros mi ha chiesto di entrare in contatto con Zack Snyder, il regista di 300 che stava per iniziare a lavorare a Watchmen.” Così l’attore di cinema e televisione Jeffrey Dean Morgan racconta il suo coinvolgimento nel film tratto dal romanzo grafico di Alan Moore in cui interpreta il difficile ruolo del Comico.”Pensavo che avrei ricevuto la sceneggiatura, invece, mi hanno spedito il romanzo grafico fotocopiato. Mi sono chiesto che cosa cavolo fosse. Come se non bastasse, il mio personaggio, Edward Blake 'Il comico' moriva a pagina 3. Ho chiesto al mio agente: è uno scherzo? E lui mi ha risposto: 'arriva fino alla fine. C’è molto di più. Era vero. In due giorni l’ho riletto almeno tre volte e mi sono innamorato del progetto. Poi dopo avere incontrato Zack mi sono reso conto che era qualcosa di davvero speciale. Ero onorato dal fatto che lui potesse vedermi in quel ruolo, soprattutto dopo i tanti personaggi molto diversi che ho interpretato fino ad oggi.”

Cosa la interessava del Comico?

È una figura affascinante nel contesto di una storia interessantissima. Mi piace molto anche Rorschach, ma il Comico ha qualcosa di ancora più ambiguo e complesso. Come attore era una sfida estremamente interessante da portare avanti: il Comico è un uomo di cui vediamo quattro decenni di una vita che segue un arco molto diverso. Alla fine è molto cambiato da tutto quello che è successo. Mi interessava che alla fine emergessero quelli che forse possono essere considerati dei rimorsi e che venisse alla luce il suo aspetto più umano. Un viaggio straordinario che è stato un privilegio, come attore, portare sullo schermo.

Come è Zack Snyder sul set?

È molto determinato, ma ha una serie di qualità che lo fanno sembrare un bambino. Ha una grande energia e dimostra un profondo entusiasmo per il proprio lavoro. Dal primo momento in cui l’ho incontrato mi ha sommerso con la sua passione per questo progetto. Dopo essermi presentato, infatti, non ho più aperto bocca per oltre due ore. Rimbalzava da una parete all’altra del suo ufficio interamente coperto da schizzi, disegni e bozzetti di Watchmen. Questo è stato un film molto difficile da girare per tutti: per gli attori, la troupe e tutti quanti. Lui, invece, è sempre stato pronto ed ‘energetico’ per tutti i sei mesi di riprese durante il freddo inverno di Vancouver. Qualcun altro, forse, non ce l’avrebbe fatta, mentre Zack ci ha contagiato con il suo amore per il romanzo grafico. In più è un regista di enorme talento e di grandissima qualità.

Per lei è stato difficile?

Certamente. Soprattutto perché dovevo passare tutti i giorni ore ed ore al trucco. Ed era un incubo solo questo. Poi, alla fine, dovevo anche recitare…mi sentivo un po’ miserabile…

Watchmen è un film dalle atmosfere tetre…

Sì, ma non ha cambiato la mia visione del mondo. Oggi dopo l’elezione di Obama mi sento molto più fiducioso di prima. Il nostro è un lavoro che ha sempre un certo distacco. Ho interpretato certi ruoli che fanno sembrare il Comico una persona normale e altri personaggi dotati di vero senso dell’umorismo. Fortunatamente non sono i film che interpretiamo a cambiarci come persone. Altrimenti saremmo nei guai…