I grandi uomini si definiscono in base al coraggio delle loro imprese; ogni fede degna di questo nome riconosce questa ineluttabile verità.

Stando alla maggioranza dei racconti, quella serata era eccezionalmente calda, carica di umidità e della promessa di una giornata radiosa. Alle quattro del mattino, il Primo Padre scavalcò una barriera piuttosto elevata del campus femminile e si aprì pian piano la strada attraverso il cortile erboso, scivolando fra una quercia e un abete, prima di parcheggiare a ridosso del suo bersaglio – un lungo edificio bianco decorato di colonne eleganti e lettere nere di un linguaggio già morto – poi spense il motore, e forse rimase immobile per un paio di secondi. Ma nessun dubbio rilevante si fece strada nel suo coraggioso cervello. Da solo, scese, aprì il portellone posteriore, attivò il Ripper rubato e, dopo aver spinto alcuni bottoni, lasciò il tempo ai condensatori di accumulare la potenza necessaria per alimentare una sequenza di scariche della durata di qualche nanosecondo.

Sono sopravvissuti parecchi racconti di quella notte, ma nessuno sa quali siano autentici (ammesso che qualcuno lo sia).

Quando Kala aveva undici anni, il suo preferito era quello della giovane studentessa ancora sveglia a quell’ora tarda, a studiare intensamente per un esame. La ragazza pensò che fosse strano sentire il brontolio di un motore diesel e poi lo sbattere dello sportello di metallo. Ma la sua camera era sul retro del collegio e non poteva vedere niente oltre al parcheggio e al vialetto alberato. Quello che alla fine colpì la sua attenzione fu il tipico uggiolio del Ripper – uno stridio quasi troppo alto perché l’orecchio umano potesse percepirlo – interpuntato da una serie di piccoli ma violenti scoppi. Nuovi squarci venivano aperti nel multiverso, attraverso cui si vedevano i mondi vicini. Furono recuperati minuscoli soffi d’aria, ognuno misurato sulla base di un set di parametri prestabiliti.

Uditi gli scoppi, la ragazza si alzò per avvicinarsi alla finestra. E fu allora che il Ripper per un attimo si fermò, facendo trecento trilioni di calcoli prima di ripartire di nuovo. E lo scoppio successivo sembrò un tuono: tutte le luci si spensero e il campus svanì, mentre una sfera di terra, erba, aria e legno fu tirata via da uno dei mondi. L’intero edificio collegiale fu portato via, con tutto il cortile, oltre ai camion con i rifornimenti, la strada davanti al collegio, il parcheggio e un pezzo del vialetto adiacente.

E dal nulla emerse un nuovo mondo – una seconda gloriosa possibilità offerta dal Signore, il Nostro Padre Assoluto.

La ragazza fu l’unico testimone di questo evento storico, e per questo motivo Kala amava così tanto quel racconto.

Il Primo Padre non vide nulla: in quel momento epocale per la sua esistenza, era chinato sopra il Ripper rubato, per leggere i dati e ricevere consigli dall’intelligenza artificiale del macchinario.

La ragazza si mise a correre. Secondo gran parte dei resoconti, era piccola e corpulenta, non certo bella, ma senza paura e senza pudore. Mezza nuda si scaraventò lungo i corridoi del collegio ora al buio, gridando per svegliare le altre ragazze, per poi scendere le scale a rotto di colla e uscire fuori dalla porta principale. A Kala piaceva molto anche il fatto che fosse lei il primo essere umano a inalare il primo profondo respiro su un’altra Terra. L’aria era densa e insoddisfacente. Dalle tenebre circostanti emersero i suoni di esseri viventi. Strane creature strillavano e vociavano, mentre grossi rami sinuosi ondeggiavano sotto la debole luce lunare. La ragazza ebbe il pensiero di alzare gli occhi al cielo e fu ricompensata da un numero di stelle quale non aveva mai visto in vita sua. (Ognuno di questi mondi è un gemello prossimo della Terra, compresi sole giallo e luna piena di crateri. Ma il movimento del sistema solare è una faccenda alquanto più caotica, e non si può mai dire da quale parte della Via Lattea verrai fuori.)

In piedi sul marciapiede, la ragazza lentamente venne a patti con quell’incredibile scenario. Poi udì il tambureggiare e, voltandosi, vide il grosso camion accanto a un intrico di macchie di ginepro. A piedi nudi si arrampicò sul retro del camion e sopra una pila di fredde batterie nere. Il Primo Padre era troppo occupato per notarla: aveva finito un lavoro, ma un altro compito essenziale necessitava della sua totale attenzione. Dopo aver portato un centinaio di giovani donne su di un mondo vuoto e a malapena abitabile, l’uomo non aveva alcuna intenzione di lasciarne scappare qualcuna. E questo era il motivo per cui stava sventrando il Ripper ancora caldo, tirando fuori le sue viscere intricate, e perché stava usando un piede di porco per fare a pezzi i suoi sistemi più delicati – troppo preso dal suo compito per notare una delle sue future mogli in piedi accanto a lui, con indosso nient’altro che un paio di mutandine e un reggiseno, con un’espressione alquanto esterrefatta.