Madameweb, alias Anna Ciriani, ha raggiunto in poche settimane una notorietà praticamente mondiale, roba degna della miglior Paris Hilton in termini almeno di “qualità”, se non di continuità. Da anonima professoressa di lettere di una scuola media in provincia di Pordenone, il vizietto del porno, o meglio, la passione per l’esposizione disinibita del proprio corpo, l’ha portata dapprima sul web in videoesibizioni sempre più spinte, e poi a passeggiare nuda per le strade di Berlino in occasione dell’ultima Fiera dell’Eros. Ardito forse anche per la mentalità mitteleuropea, figuriamoci per quella italiana. Istantaneo è arrivato lo spostamento della docente a un corso serale per cittadini extracomunitari (adulti), e successivamente la sospensione definitiva con conseguente inchiesta ministeriale tesa ad accertare quanto il comportamento della docente sia risultato lesivo della dignità degli studenti nonché offensivo del decoro delle istituzioni scolastiche. Come se queste ultime non fossero perfettamente in grado di farsi del male da sole, in una trasfigurazione masochistica che Madameweb non ha mai proposto, essendo la sua interpretazione della sessualità più vicina a Tinto Brass che al Marchese De Sade.

In tempi in cui la sessualità viene vissuta in certi ambienti quasi come qualcosa di alieno, la provocazione della simpatica Ciriani ha avuto il merito di riportare sul nostro pianeta l’elemento della sessualità che già gli antichi greci vivevano molto serenamente. Sotto questo aspetto la fantascienza, quasi sempre in grado di precorrere tempi e tendenze, agli inizi non ha dato grande prova di sé. Le prime timide incursioni di queste tematiche nei romanzi dell’età dell’oro si riducevano a visioni romantiche dell’amore così come le si potevano trovare al cinema dove, dopo il lungo bacio tra l’eroe e la bella di turno, la scena sfumava in una pudica dissolvenza. Occorreva attendere gli anni sessanta per iniziare ad andare sul “pratico”, quando Philip José Farmer irrompeva sulla scena con il suo Un amore a Siddo, storia della relazione tra terrestri e aliene insettoidi che venne incluso nella successiva raccolta Strange Relations. Infranto il tabù (che peraltro la narrativa mainstream si era già lasciato alle spalle da un pezzo), altri autori del calibro di Robert Heinlein (Straniero in terra straniera), Brian W. Aldiss (La lampada del sesso), Theodore Sturgeon (Venere più X) si lanciarono nei meandri delle mutevoli inclinazioni sessuali. L’onda lunga del femminismo permise negli anni settanta a Joanna Russ (The female man) e James Tiptree Jr. di introdurre un elemento di brutale realismo nelle relazioni sessuali, mentre James G. Ballard esplorava il mondo delle contaminazioni di carne e metallo di cui il cyberpunk si è poi nutrito: l’ultimo passo di disassemblazione del corpo, di estensione sensoriale mediante la quale la sessualità si espande oltre i suoi limiti fisici per arrivare, verrebbe da dire, là dove nessun orgasmo è mai giunto prima…

Eppure tutto ciò non ha probabilmente permesso alla fantascienza di superare quello che

Ellen Datlow e Philip Jose Farmer
Ellen Datlow e Philip Jose Farmer
resta la vera ultima frontiera: se il futuro è “speciale”, il sesso può restare “normale”? La carnale giocosità espressa da Madameweb forse trova qualche traccia nel citato capolavoro di Heinlein, ma non si sposa in alcun modo con le visioni pornografiche che, ad esempio, Samuel R. Delany ha inserito nel suo monumentale Dhalgren. Le variegate perversioni contenute in Fantasex, basilare raccolta di racconti erotici curata da Ellen Datlow, sono appunto un insieme di evoluzioni strettamente connesse al rapporto psicologico tra sesso e visione del futuro, ma anziché definire un’autentica liberazione della sfera sessuale, sembrano delimitare nuovi confini solo un po’ più estremi. I giochi della signorina Ciriani potranno essere considerati pornografia, ma la naturalezza con cui vengono presentati e soprattutto vissuti è costituisce l’espressione di una normalità quasi disarmante. In gran parte della fantascienza, invece, il sesso è ancorato a considerazioni in cui la normalità sembra non abitare. Allora accoppiamenti con specie più o meno aliene, o con computer semibiologici o con esseri dall’incauto ermafroditismo, sembrano solo un altro modo per sfuggire alla semplicità della vita relazionale; quello che negli anni cinquanta si sfumava in dissolvenza si è nascosto dietro il paravento di ausili biomeccanici e amplessi al limite del grottesco (come quello descritto da K.W. Jeter nelle prime pagine di Dr. Adder). La sessualità è anche perversione certo, e lo è sempre stata; ma è anche quotidianità, banale istinto genetico che ci porta a desiderare appunto “banalmente” la soddisfazione carnale con un individuo da noi diverso ma a noi affine, e che mediante il rapporto con il nostro e l’altrui corpo ci porta a espandere la visione del mondo, per farci capire che la solitudine è una sovrastruttura artificiale che non appartiene al nostro DNA.

Insomma, il sesso è anche relazione, e in qualche modo ordine rassicurante. La fantascienza è in grado di elaborare nuovi e fantastici universi, ma forse non è ancora sufficientemente matura per esplorare una sana sessualità, priva di orpelli tecnologici e filosofici. Non si capisce perché dovremmo desiderare di accoppiarci con galline geneticamente modificate o insetti umanoidi, se a volte fatichiamo a comprendere le sensazioni e i pensieri di chi condivide quotidianamente il nostro bagno. Madameweb, dalle pagine di internet, ci sorride e ci mostra una strada più semplice e immediata: parafrasando Ballard, la vera frontiera non sta nell’esplorazione di nuove esperienze sessuali anche estreme, ma semplicemente nell’imparare ad accettare le nostre pulsioni, e il fatto che in fondo il sesso è bello proprio per quello che è. Banale ma istintivo, migliaia di anni fa come fra migliaia di anni.