Scritto da David S. Goyer, Simon Kinberg, Jim Uhls, Jumper è la perfetta espressione di un cinema di supereroi e di fantascienza un po' 'cafone', dove tutto è dato per scontato e dove nemmeno il regista sente il vero bisogno di avere una trama da comunicare al pubblico.

Non servono grandi concetti per fare questo tipo di film: bastano solo tanti soldi per gli effetti speciali, per pagare attori di presenza e, alla fine,

confezionare prodotti commercialmente appetibili per platee di teen agers.

Una pellicola perfetta epressione dell'era dell'usa e getta dove a parte la regia serratissima di Doug Liman c'è ben poco da salvare per colpa di una trama sconclusionata e, peraltro, poco efficace nel suo volersi rifare all'eterno conflitto tra i Buoni e i Cattivi o, meglio, tra chi vuole farsi gli affari suoi e chi desidera impedirlo. Il perché è una spiegazione vaga. I modi ancora meno incomprensibili.

Andiamo con ordine: un teen ager che sta rischiando di affogare in un fiume ghiacciato, improvvisamente si ritrova nella biblioteca della sua scuola. E' questo l'inizio del film che racconta come al mondo esistano i 'Jumpers', ovvero persone dotate della facoltà del teletrasporto immediato da un punto all'altro del globo (e forse dell'Universo…) e i 'Paladini', maniaci e integralisti religiosi che vogliono scovare e uccidere i Jumpers per evitare che abusino di un 'dono' che deve essere un privilegio solo di Dio. Quando incontriamo il ragazzo otto anni più tardi (e tanti prelievi in banca di nascosto dopo...) scopriamo che è diventato un ricchissimo gentleman impegnato a trascorrere le sue giornate in maniera originale: fa surf alle Figi, si abbronza sulla cima della Sfinge e va a rimorchiare a Londra ragazze da portarsi a letto. Un bel vivere, senza nessun utilizzo dei poteri a fini altruistici, fino a quando uno stravagante Samuel L. Jackson con i capelli bianchissimi inizia a dargli la caccia per ucciderlo. Le spiegazioni sul perché e sul per come siano nati i Jumper e da dove derivi loro questo potere di teletrasportarsi sono parcellizzate al minimo mentre gli effetti visivi abbondano con una serie di battaglie tanto spettacolari, quanto noiose per via del loro essere state deprivate di una qualsiasi componente emotiva.

Chi siano i Paladini non si sa.

Chi i Jumper nemmeno.

Il vero perché davanti ai nostri occhi tutto questo caos di battaglie e inseguimenti nessuno ha la cortesia di comunicarcelo e lo spettatore si trova davanti ad un film dove i protagonisti dimostrano tutti una scarsa espressività, forse, forse, anche perché c'è ben poco da esprimere.

Una situazione aggravata dal fatto che questi Jumpers non sono supereroi in senso tradizionale e che usano i poteri solo a fini di lucro e personali. Personaggi, dunque, non simpatici e perfetta espressione dell'America di Bush dove l'arricchimento e il benessere sono l'unico obiettivo della società.

Non coinvolgente e in molti momenti respingente per colpa anche di dialoghi ridicoli (la scena finale ha qualcosa di incredibile...) Jumper è un film dal finale aperto di cui sono stati annunciati altri quattro seguiti. Resta solo da sperare che almeno per i prossimi capitoli gli sceneggiatori non facciano il 'salto più lungo della gamba' e abbiano la bontà di pensare che un film possa perfino avere una trama sensata e che non debba essere svilito ad una mera collezione di effetti visivi, ben fatti, certo (e ci mancava pure...), ma al tempo stesso senz'anima.

Jumper è un film di buona confezione dove, però, alla fine manca la storia e i quesiti aperti restano francamente troppi.

Un vero peccato perché con qualche effetto visivo in meno e qualche idea in più si sarebbe potuto tentare di realizzare un progetto se non straordinario, almeno, interessante.