Quello che più colpisce di The Bourne Identity è la sua straordinaria capacità di rimanere nelle linee di una narrazione secca eppure intensa, in cui lo spettatore non è mai davvero troppo avanti rispetto il protagonista Jason Bourne. L'uomo ripescato da un peschereccio italiano al largo di Marsiglia ha due pallottole nella schiena, il numero di un conto svizzero cucito sotto pelle e non ricorda il proprio nome. Ed è così che Bourne si presenta al pubblico. Un volto senza identità. Lo spettatore, pian piano segue Matt Damon (un attore al solito in grado di mostrare una grande empatia) nel suo stupore riguardo le capacità meccaniche che riacquista lentamente. Da un lato Bourne è in grado di maneggiare con destrezza coltelli e pugnali, dall'altro non ha memoria di un solo istante della propria vita. Così è costretto a seguire a ritroso le tracce verso una banca svizzera in cui scoprirà qualcosa di molto pericoloso. Spy story aggiornata ai ritmi e alle seduzioni del terzo millennio, The Bourne Identity è un film intrigante ed interessante in cui lo spettatore rischia per la prima volta di sentirsi fortemente identificato nei protagonisti della storia, visto che sia Matt Damon che Franka Potente sono attori "accessibili" e - in apparenza - molto normali. Il resto è un thriller fatto di doppiogiochismo, alta tecnologia, interessi sporchi e - soprattutto - incentrato su una narrazione figlia delle suggestioni dei videoclip di MTV, su un mondo sporco senza bandiere e senza ideali in cui, però, la coscienza e l'etica possono arrivare a trionfare. Una pellicola piacevole e molto interessante che rappresenta uno dei migliori e più "semplici" (dal punto di vista narrativo, non della costruzione visiva) film di spie degli ultimi anni