“Il racconto mi piace perché è una specie di romanzo condensato, perché lo scrittore non può ricorrere a trucchi, non può permettersi di sbagliare nulla: nemmeno una pagina, un paragrafo, una riga. E poi forse è più adatto del romanzo a questa nostra era così rapida, effimera”. (Enrico Franceschini, Gli alieni siamo noi. Intervista a J.G. Ballard, “La Repubblica”, 5 novembre 2003).

Questa lapidaria asserzione è di James Graham Ballard, e ancora una vota il compianto scrittore inglese coglie nel segno perché si potrebbe scrivere una storia della fantascienza americana, inglese e – perché no? – anche italiana esclusivamente attraverso la forma narrativa breve. Il racconto è stato di fatto per lungo tempo sinonimo di fantascienza, perché questo genere letterario si è sviluppato soprattutto attraverso le riviste.

Una rivista, Amazing Stories fondata da Hugo Gernsback, è considerata la culla ufficiale della science fiction. Su di essa, all’inizio, sono state riproposte storie di Verne, Welss e Poe – quest’ultimo vero alfiere del racconto – e poi pian piano si cominciarono a pubblicare anche autori autoctoni.

Gernsback è uno dei tanti europei arrivati in America per cercare fortuna. La sua città di provenienza è Lussemburgo, dove è nato nel 1884. Giunto negli Usa, intuisce che un mercato d’oro dove potersi inserire è quello della telegrafia senza fili, settore di cui era appassionato fin da ragazzo. Comincia ad importare dal Vecchio Continente i telegrafi e a rivenderli, attraverso un apposito catalogo. Quel catalogo si chiama Modern Electrics, e ben presto si configura anche come una rivista, pubblicando in appendice dei racconti. Lo stesso Gernsback vi pubblicherà a puntate, nel 1911, il suo romanzo Ralph 124C41+, che descriveva le avventure di un giovane inventore in un mondo del futuro.

Tale scelta non dispiace ai lettori e Gernsback decide così di varare una rivista tutta dedicata a un nuovo genere che battezzerà col nome di “scientifiction”: nasce nell’aprile del 1926 Amazing Stories e con essa la fantascienza.

Nell’editoriale del primo numero, l’editore lussemburghese spiega gli obiettivi della rivista, cosa intende per scientifiction e chi sono i riferimenti letterari del nuovo genere:

“Un'altra rivista di narrativa!

Di primo acchito pare impossibile che possa esserci posto per un'altra rivista di narrativa, nel nostro paese. Il lettore può chiedersi: "Non ce n'erano a sufficienza, con tutte le centinaia che si pubblicano oggi?" Vero. Ma questa non è "un'altra" rivista di narrativa. AMAZING STORIES è un nuovo genere di rivista! E' qualcosa di interamente nuovo - di interamente diverso - che non era mai stato fatto in precedenza nel nostro paese. Perciò AMAZING STORIES merita il vostro interesse e la vostra attenzione.

C'è la solita rivista di narrativa, c'è la rivista di storie d'amore e quella di sex-appeal, c'è il genere avventuroso e così via, ma una rivista di "Scientifiction" è un pioniere nel proprio campo, qui in America.

Con "scientifiction" intendo il genere di storie scritto da Jules Verne, H.G, Wells ed Edgar Allan Poe: un'affascinante romance intimamente mescolato a dati scientifici e visioni profetiche. Per molti anni storie di questo genere sono state pubblicate nelle consorelle di AMAZING STORIES: le riviste "SCIENCE & INVENTION" e "RADIO NEWS".

Ma con la crescente richiesta, che ci perviene, di questo tipo di storie e in maggiore quantità, c'era una sola soluzione: pubblicare una rivista che presenterà soltanto storie appartenenti al genere della scientifiction.” (La citazione è tratta da Riccardo Valla, Hugo l'inventore, in “Delos Science Fiction” n. 52, http://www.delos.fantascienza.com/delos52/storia.html)