Giorgio Monicelli (1952-1961)

Curatore, cura te stesso

(Saggezza editoriale)

E' il fondatore, anzi, il Fondatore con la maiuscola, all'uso dei vecchi romanzi di fantascienza (in cui le cariche erano come minimo mondiali, spesso interplanetarie: Coordinatore, Tecnarca, ecc.). Come lui non c'è nessuno, è il padre della fantascienza in Italia e l'inventore al 99% del fortunatissimo neologismo. L'altro 1% lo accrediterei all'americano Robert Madle, responsabile di un oscuro periodico amatoriale uscito con un sol numero nel 1938, Fantascience Digest, cioè "Il compendio della fantascienza". Giorgio Monicelli è stato riscoperto in varie occasioni: in particolare nel 1981, quando Luigi Cozzi ne intervistò amici, parenti e colleghi per un progetto editoriale che avrebbe dovuto vedere la luce allora ma che si è riusciti a concretizzare solo ventun anni più tardi; e nel 2002 quando la Perseo Libri di Bologna ha annunciato la pubblicazione in volume delle richerche cozziane, anticipate in parte sul mensile Mystero. In occasione del proprio 45° anniversario Urania ha pubblicato (n. 1322) un breve testo di Mario Monicelli, il nostro grande regista, a ricordo del fratello. Queste testimonianze ci hanno permesso di farci un'idea abbastanza precisa di un uomo che è morto in anni ormai lontani (nel 1968) e che aveva smesso di occuparsi di Urania ancora prima, nell'autunno del 1961. I motivi di questo abbandono sono molteplici: Giorgio Monicelli aveva seri problemi di salute ma anche di carattere, e più volte aveva litigato con i dirigenti della Mondadori benché, in fondo, si trattasse di parenti stretti (Arnoldo Mondadori era suo zio e Alberto, allora un editore di battaglia, suo primo cugino). A prescindere dai problemi personali, Monicelli era un creativo che seguiva solo il proprio impulso, rifiutando i più ortodossi standard dell'organizzazione aziendale. Non a caso per buona parte della vita lavorò in casa propria anziché da impiegato. Nell'anteguerra aveva diretto il settimanale Il cerchio verde, dedicato al racconto giallo e fantastico. Dopo aver lavorato al settimanale Visto e nella redazione di Topolino con Cesare Zavattini, alla fine del conflitto si occupò di narrativa americana, scegliendo e traducendo testi importanti per la collezione Medusa (Malcolm Lowry, Ray Bradbury, etc.). Era un traduttore di buon vaglio e alla fantascienza ha dato parecchio anche sotto pseudonimo: come Tom Arno, ad esempio, tradusse numerosi Romanzi di Urania delle prime annate e firmò la curatela di una collana concorrente, I Romanzi del cosmo (anche se solo per i primi numeri). Né è un mistero che sia stato Monicelli uno dei redattori della serie Galassia pubblicata a Udine nel 1956-57, nel cui tamburino figurava tuttavia come Patrizio Dalloro (uno pseudonimo usato anche dalla sua compagna Maria "Mutty" Maglione per numerose traduzioni dal francese). Nel 1961 il nostro lasciò Urania dopo aver fatto un lavoro pionieristico che probabilmente l'aveva sfibrato. Morì povero e quasi dimenticato nell'autunno del '68, a cinquantotto anni, per cirrosi epatica: la sua Musa l'aveva baciato e poi bruciato.

Pro:

Giorgio Monicelli ha reso possibile la fantascienza in Italia, inventandone persino il nome. Ha permesso a Kurt Caesar di diventare l'illustratore fisso delle copertine; ha formato una generazione al gusto dei classici. Il suo è stato il periodo formativo della collana e come tale, per chi lo visse allora, entusiasmante: leggere Urania numero dopo numero voleva dire scoprire i mille volti della fantascienza.

Contro:

Agli occhi del pubblico moderno (non necessariamente quello ammaliato dalle "sirene" di Caesar) la vecchia Urania di Monicelli sembra un reperto trovato nella macchina del tempo, alonata di leggenda e nostalgia ma caratterizzata da alcune vistose idiosincrasie (troppi romanzi francesi, ad esempio; le traduzioni raramente integrali e così via). Per i lettori iniziatisi nel decennio successivo, accostarsi a quei fascicoli è un'esperienza archeologica, un'avventura in un passato che sembra più lontano di quanto non sia in realtà.

Tavola Curatoria

Giorgio Monicelli dal n. 1 Le sabbie di Marte del 10 ottobre 1952 al n. 267 Chris Renard, Gli occhi pieni di stelle del 22 ottobre 1961.

Senza indicazione del curatore dal n. 268 I cristalli maledetti di Louis Charbonneau del 5 novembre 1961 al n. 280 La città sostituita di Philip K. Dick del 22 aprile 1962.

Carlo Fruttero dal n. 281 Polvere di luna di Arthur C. Clarke del 6 maggio 1962 al n. 335 Tutti i colori del buio di Lloyd Biggle Jr. del 31 maggio 1964.

Carlo Fruttero e Franco Lucentini dal n. 336 I traditori e altri racconti di A.E. van Vogt, ecc. del 14 giugno 1964 al n. 1009 I robot dell'alba del 10 novembre 1985.

Gianni Montanari dal n. 1010 Operazione Caos di Poul Anderson del 24 novembre 1985 al n. 1120 Gli universi di Moras di Vittorio Catani dell'11 febbraio 1990.

Giuseppe Lippi dal n. 1121 Scontro finale di Ted Reynolds del 25 febbraio 1990 al n...