nel risvolto della sopracopertina c’è, breve o lunga, una presentazione dell’autore. Nel tuo caso manca completamente. allora per conoscerti meglio ecco la più classica delle domande: Chi è Cecilia Randazzo (in arte Randall), dove è nata, studi fatti, dove vive, cosa fa oltre che a scrivere ecc.?

Sono nata e vivo tuttora in Emilia. Ho studiato lingue straniere prima al liceo e poi all’università, concludendo gli studi dopo la laurea con un master in comunicazione e tecnologie dell’informazione. Lavoro felicemente come grafico all’interno di un’azienda specializzata in soluzioni e servizi per il web. Di tanto in tanto, mi capita anche l’occasione di realizzare illustrazioni (il disegno è un’altra mia grande passione). Nel tempo libero leggo, scrivo, disegno e, quando posso, viaggio.

Quali sono state le tue letture giovanili, diciamo quelle che in un certo qual modo si possono dire formative, che ti hanno particolarmente colpito. E attualmente cosa leggi? Film?

Da bambina leggevo soprattutto romanzi d’avventura, il genere che preferisco ancora adesso. Salgari e Dumas erano i miei preferiti, parallelamente ai grandi classici di argomento medievale: Ivanhoe, La freccia nera, tutto ciò che riguardava Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda e, ovviamente, Robin Hood. Al liceo e all’università ho potuto/dovuto spaziare nella letteratura italiana ed europea, ma nel contempo divoravo manga giapponesi. Adesso non ho una passione per un autore in particolare e leggo di tutto, dipende da cosa mi ispira al momento. Mi sono avvicinata a Tolkien da grande (ero all’università) e amo allo stesso modo il Commissario Montalbano e Harry Potter (un connubio strano, eh?). Il mio libro preferito in assoluto, però, è tuttora La collina dei conigli di Richard Adams. Mi colpì da bambina e per me ha ancora il suo fascino adesso.Per quanto riguarda i film, da piccola amavo il genere “cappa e spada”, poi sono stata “folgorata” dalla prima trilogia di Guerre Stellari e allora è arrivata la passione per la fantascienza in contemporanea con quella per i cartoni animati. Di recente, ho apprezzato molto la trilogia del Signore degli Anelli, L’ultimo samurai e Le Crociate. Il mio film del cuore, comunque, resta Fantasia di Walt Disney, unico e inimitabile.

Nel tuo percorso formativo, nella famiglia, negli studi, nel lavoro in particolare sei stata ostacolata dal fatto di essere donna?

No, non direi proprio.

Quando hai scoperto la voglia di scrivere? A quanti anni hai iniziato a mettere su carta le tue “fantasie”?

L’ho scoperta quasi subito, insieme alla voglia di disegnare, non appena ho imparato a tenere in mano una matita o una penna. Conservo ancora i miei primi racconti e i primi fumetti, tutti su quaderni e blocchi da disegno delle elementari. Certo, erano cose molto maldestre, adatte all’età che avevo. Oggi mi fanno sorridere.

Prima di Hyperversum hai pubblicato altro? Racconti, romanzi, ci puoi dire i titoli e l’editore?

Hyperversum è la mia prima pubblicazione in assoluto. Con il mio vero nome, ho pubblicato di recente (poche settimane dopo l’uscita di Hyperversum) un racconto nell’antologia L’ombra del Duomo pubblicata da Larcher.

Quali sono stati gli stimoli (letture/ film o altro) che ti hanno suggerito l’argomento del tuo romanzo?

Tutto ciò che scrivo o disegno nasce innanzitutto dalla voglia di leggere una storia fatta “a modo mio”, che contenga esattamente quello che mi aspetto. Nel caso di Hyperversum, da tanto tempo avevo voglia di leggere una storia di cappa e spada fatta “alla vecchia maniera”: meno cupa e impegnativa rispetto a un romanzo storico, meno “magica” di un fantasy. Non riuscivo a trovarla e perciò, alla fine, mi sono scritta la storia da sola!

Perchè hai situato la storia nel 1200 e nelle Fiandre? Ti piace la storia medioevale? Come ti sei documentata?

Il sito dedicato al libro
Il sito dedicato al libro
Amo molto il medioevo, ma soprattutto adoro il mito della cavalleria. Il periodo compreso tra la seconda metà del XII secolo e la prima del XIII è stato il periodo d’oro della cavalleria, il momento in cui era giovane, piena di energia e di ideali. Era il medioevo dell’amor cortese e dei trovatori, quello che ritroviamo (idealizzato!) sullo sfondo delle favole, il medioevo che aveva superato i tempi più barbari e non era ancora stato sfiorato dalla grande tragedia della peste. È il medioevo che preferisco.Al suo interno ho cercato un fatto storico che potesse adattarsi al tipo di intrigo che avevo in mente e la battaglia di Bouvines del 27 luglio 1214 era assolutamente perfetta. Deciso questo, la collocazione geografica è venuta da sé.Mi sono documentata su molti libri (saggi storici, manuali di storia e di storia del costume), riviste, su internet e anche grazie a buoni documentari televisivi. Gli autori più preziosi sono stati sicuramente Duby, Pastoureau e Le Goff.

Dove scrivi, in che tempi e cosa ti circonda quando lavori a un libro? Hai abitudini particolari?

Scrivo nel tempo libero, la sera quando torno a casa dal lavoro, nel fine settimana e in vacanza (non viaggio mai senza avere con me fogli, penne e matite). È il mio modo di rilassarmi, il mio hobby. Non ho abitudini particolari, scrivo anche davanti al televisore mentre “ascolto” un film. Certo, il computer portatile sul divano o in giardino è una grande comodità…

Per che tipo di lettore scrivi?

In realtà, confesso che scrivo per me stessa. Mi scrivo i libri che vorrei leggere… Mi invento le favole e poi me le racconto da sola…

Quanto tempo è durata la gestazione di Hyperversum tra ricerche, stesura e revisione dello stesso?

Ricerche e stesura hanno portato via circa sei mesi. Poi, per altri tre mesi, ho letto e riletto il testo, correggendolo e limando le parti che mi piacevano di meno. A quel punto, ho passato tutto all’editore.