Guerre Stellari, Indiana Jones e il tempo maledetto, Robocop 1, 2 e 3, Starship Troopers, Cloverfield e recentemente la saga Twilight. Phil Tippett si occupa di visual effects dal 1977 e ha ormai accumulato un curriculum corposo in cui spiccano una nomination agli Oscar per Dragonslayer (1981), un Oscar per Il Ritorno dello Jedi (1984) e un altro Oscar per Jurassic Park (1994). Tippett si è occupato quasi esclusivamente di effetti speciali. Con due eccezioni. Nel 1978 fa una comparsata in Piranha nel fondamentale ruolo di un sub che diventa presto cibo per pesciolini affamati, mentre nel 2010 scrive e dirige l’animazione MutantLand, postata appena qualche mese fa su Vimeo.

"Da anni avevo in mente un corto in computer grafica tutto mio. Ma non volevo seguire lo stile Pixar o Dreamworks. Ho creato allora qualcosa adatto ai bambini che guardano Pixar, ovviamente una volta cresciuti." Così Tippett descrive il suo corto MutantLand. Nessun dialogo, nessuna trama (se non il canovaccio del cacciatore che diventa cacciato), ambientazione post-apocalittica. E immagini allo stato dell’arte, il vero punto di forza: "Ho voluto creare una densità sullo schermo che rimanda ai quadri di Hieronymus Bosch".

Il corto è stato prodotto in poche settimane, in una pausa fra un incarico e l'altro, dalla sua Tippett Studio con la tecnica dello stop motion, sfruttando modelli già creati per altri progetti. Lo scopo era anche quello di farsi pubblicità e trovare eventualmente qualche finanziatore dalle parti di Hollywood che credesse nell’idea e la trasformasse in un lungometreggio. Per ora non è avvenuto, ma MutantLand rimane comunque una buona prova a livello tecnico. Buona visione.