Il rapporto al Parlamento Europeo di Duncan Campbell che nel 1998 scatenò lo scandalo su Echelon potrebbe essere facilmente scambiato per un documento di fiction, uno pseudo-rapporto come tanti è possibile scovarne nella storia della fantascienza. L’idea di Echelon trova i suoi ideali modelli nell’Orecchio che sorveglia le vite private dei sudditi d’Inghilterra in V for Vendetta oppure nel Grande Fratello di 1984. Niente di più fantascientifico, insomma: un sistema capace di intercettare tutte le comunicazioni (vocali o elettroniche), invadendo la sfera privata dei singoli cittadini in ogni parte del mondo… E, invece, Echelon è tristemente parte della nostra realtà: un incubo con il quale convivere. Se n’è accorto Giacomo Martelli, regista ventinovenne figlio dell’ex-ministro socialista, che l’ha scelto come tema del suo film d’esordio, dal 28 aprile nelle sale distribuito da Medusa. In ascolto è un film sul controllo e sugli strumenti che ci sono dati per spezzarlo. Interpretato da Maya Sansa, uno dei volti più efficaci del nuovo cinema italiano, il film si annuncia come un thriller ricco di azione e colpi di scena, che si apre con il rapimento di una giovane studentessa italiana sospettata di spionaggio industriale ad opera degli emissari di un’azienda inglese, la Wendell-Cranshaw Technologies, che abusa del sistema di intercettazione globale sviluppato dall’agenzia di sicurezza americana NSA. A salvarla sarà un anziano ufficiale della stessa NSA, intenzionato ad allestire con un ex ufficiale dei servizi segreti esperto in satelliti un sistema anti-intercettazione. Per farlo bisognerà passare attraverso una stazione d’ascolto clandestina in un rifugio sul Monte Bianco, a 3500 metri di quota, non prima però di essere sfuggiti agli ingranaggi di un meccanismo popolato di spie, traditori e uomini senza scrupoli che mirano al controllo del mondo.

Al centro del film, quindi, è l’ascolto come strumento di invasione della privacy e di dominio. “Un ascolto globale” ha detto il regista in un intervista al Corriere della Sera, “che dopo l’11 settembre ha conosciuto una straordinaria impennata. Ma gli scopi ufficiali dell’NSA, la lotta contro il terrorismo, il narcotraffico, il mercato delle armi, ne hanno spesso nascosti altri: lo spionaggio industriale, finanziario. Innescando talora legami occulti tra Stato e industria. Come è avvenuto per aziende come la Boeing, la Raytheon, la Lockheed-Martin, che offrivano sostanziosi sconti sulle forniture in cambio di “informazioni riservate”. Per espletare le sue invasive funzioni, il Grande Orecchio di Echelon può contare su una rete di stazioni di ascolto, due delle quali anche in Italia a San Vito dei Normanni e Sigonella. E se i cittadini americani, nonostante il tanto discusso Patriot Act di Bush, sono tutelati dall’invasività di Echelon dalla loro legislatura che proibisce alla National Security Agency il diritto all’ascolto arbitrario e indiscriminato, tutti gli altri cittadini del resto del mondo sono impunemente esposti alla sua ingerenza. “Da tempo desideravo fare un film diverso, raccontare una storia globale e che riguardasse tutti, ma mentre giravo il film mi sono resa conto che siamo tutti sotto controllo. Quando sentivo la notizia di un mafioso che veniva incastrato dalla carta Sim del cellulare, dentro di me pensavo che fosse una questione che non mi riguardava, adesso non posso fare a meno di pensare che ogni frase pronunciata al telefono può essere intercettata". Non è stato facile girare In ascolto, ha raccontato Martelli a Cinematografo.it riferendosi a una delle scene di maggiore impatto del film, quella che mostra le enormi sfere bianche sparse nella brughiera inglese a Menwith Hill, una delle più grandi stazioni d’ascolto al mondo. "Abbiamo avuto l'autorizzazione a filmare il perimetro di questa enorme stazione d'ascolto in Inghilterra, ma non di sorvolarla direttamente”.

“Quando ho iniziato le ricerche per questo film” ha proseguito il giovane regista, “ero molto preoccupato di mandare in giro anche soltanto e-mail contenenti la parola Echelon, ogni computer, ogni telefono ha una porta di accesso che permette di entrare all'interno del tuo computer. Il cittadino non ha difesa, deve pensare di vivere in una casa dalle pareti trasparenti". In ascolto non è certo il primo film che tratta l’argomento. Solo negli ultimi anni, i vari The Net (con Sandra Bullock impegnata in una guerra informatica contro un’organizzazione segreta conosciuta come i Pretoriani), Nemico Pubblico di Tony Scott (dove Will Smith era un avvocato che si trova accidentalmente invischiato nei sordidi intrighi di un senatore corrotto, anticipando l’attuale delicata discussione sulla limitazione della libertà individuale) e La regola del sospetto (in cui Roger Donaldson sfiora lo stesso argomento in una spy story che omaggia Vonnegut) sono solo tre dei numerosi titoli partoriti dalla cinematografia americana su NSA e ossessioni di controllo. Il film di Martelli saprà forse fornire un punto di vista “esterno” sulla faccenda, una prospettiva condivisa da quei sei miliardi di persone che non hanno il privilegio della cittadinanza statunitense…