Variazione spionistica sul tema del Pigmalione alla ricerca di un pupillo, La regola del sospetto descrive il coinvolgimento di una giovane recluta della CIA in un gioco sporco più grande di lui. Interpretato da Colin Farell, decisamente uno degli attori più impegnati del momento, il film descrive in maniera interessante il lavoro di un reclutatore di spie (Al Pacino in piena forma) nell'addestrare i suoi ragazzi ad ogni imprevisto e - soprattutto - a non fidarsi di nessuno.

Intrigante nella descrizione del legame sensuale tra due giovani apprendisti spie (ma non si tratta di un Harry Potter degli agenti segreti...) La regola del sospetto funziona per tre quarti fino all'inevitabile sfilacciamento finale tipico del cinema di Roger Donaldson. Il gioco di fregature reciproche che conducono lo spettatore sul tenue filo del dubbio, diventa palese quando si inizia a sospettare che qualcosa non vada, non solo nell'andamento del film, ma soprattutto nella sua sceneggiatura.

Si approda comunque alla fine della storia in maniera piacevole soprattutto per la qualità delle interpretazioni degli attori e per l'atmosfera della pellicola. Un tono intrigante il cui merito è anche quello di descrivere in maniera credibile gli azzardi tecnologici del film con virus informatici e computer resi in maniera plausibile e non fantascientifica.