- Non lo è. - assicurò il nero, che si era presentato come Dexter - Sei sveglio e cosciente, te lo assicuro. James scosse la testa. - Be', quanto a questo, io sono sempre stato convinto che la coscienza sia solo una particolare categoria di coma citoplastico, e che le capacità del sistema nervoso centrale siano sviluppate e pienamente sfruttate dalla vita onirica come durante quello che chiamiamo stato di veglia.

- Era da molto tempo che non ti facevi una bella ingroppata, vero? - commentò saggiamente la donna, che si era presentata come Rosette.

- Voi lo fate spesso? - chiese James - Voglio dire, un bell'incidente per innalzare il livello ormonale...

- Naturale, che domande. - rispose Dexter, sorpreso - Perché, tu non lo fai mai?

James rimase colpito. - A dire il vero, non sapevo che gli scontri automobilistici fossero così eccitanti.

Il nero si accese una sigaretta. - Strano. Lo sanno tutti.

- Dici?

- Certo. Non hai mai notato che intorno agli incidenti più gravi si riuniscono subito moltitudini di curiosi? Gli scontri automobilistici interrompono la viabilità non perché le macchine incidentate blocchino la strada, ma perché chi sopraggiunge, inevitabilmente, si ferma a guardare. E a sfogare la libido.

- Proprio così. - confermò Rosette, accarezzandosi con voluttà - Un groviglio di lamiere contorte e bruciate è un irresistibile richiamo sessuale. Solo a pensarci, mi vengono brividi di piacere.

- Magari potessi farlo più spesso. - aggiunse Dexter, sospirando - Ma è troppo costoso... Beati quelli che lavorano nel campo... Loro sì che se la godono.

- Questo spiega come mai i concorsi per posti da vigile urbano richiamino migliaia di candidati. - commentò Rosette.

- E anche perché i conducenti dei carri attrezzi abbiano fattezze così priapiche.

- Non... non ci posso credere. - balbettò James, mentre quei nuovi concetti si districavano nella sua rete mentale fatta da migliaia di ancestrali cautele e psicologiche limitazioni.

- Sei difficile da convincere, eh? D'accordo, ti faremo vedere. Vieni con noi...

Le vetture di Dexter e di Rosette non erano in condizione di muoversi. La coppa dell'olio della Ford, squarciata, colava silenziosamente stille di traslucido lubrificante, del colore di certi paesaggi impressionisti di Monet, sull'asfalto scabro e evocativo di lunghi abbandoni; la marmitta della Volkswagen, scura di cenere, pendeva mollemente dal fondo dell'utilitaria come il braccio insanguinato di un cadavere in una composizione di Delacroix. James fece salire i suoi due compagni sulla Toyota, poi guidò seguendo le loro indicazioni.

- Ferma qui. - ordinò Dexter.

James accostò e spense il motore. Si trovavano sul cavalcavia della tangenziale est, l'arteria più trafficata della metropoli, in corrispondenza degli svincoli per l'autostrada e i quartieri residenziali. Da quel privilegiato punto d'osservazione, il loro sguardo poteva spaziare su tutte le grottesche forme dell'ecologia stradale: delicate rampe d'ascensione, armoniosi quadrifogli, sopraelevate d'ossessiva bellezza, svettanti raccordi a senso unico, eleganti corsie a spartitraffico, panciute rotatorie e poetici caselli a pagamento. Le lamiere delle automobili, scintillanti al sole pomeridiano, sembravano pezzi cromati degli scacchi nelle mani di un gigante di qualche novella di Oscar Wilde.

In lontananza, sullo sfondo, sorgevano le forme turrite dei palazzi del centro cittadino. Quelle sagome compatte, sgraziate eppure maestose come antichi diplodochi di una laguna pleistocenica, erano scure di cremosa ardesia contro il cielo color caramello, d'una tonalità che ricordava i graffiti pubblicitari di Andy Warhol del periodo newyorkese, e comunicavano un senso di quiete epistassiale.

- Siamo nel posto migliore per i voyeur. - spiegò Rosette, sussurrando ieratica - Qui in media si può assistere a uno scontro ogni due minuti.

SBRANG!

L'urto echeggiò quasi a conferma. James si voltò d'istinto, scorgendo le due vetture che si erano incastrate in un furibondo scontro frontale. Il muso della prima, una Renault d'importazione, si era profondamente conficcato entro il cofano della seconda, una giardinetta che esibiva sul tettuccio portasci rugginosi come vestigia di archeologia ludico-sportiva.

- Posizione del missionario. - commentò Rosette, un po' delusa. - I soliti borghesi...

Rimasero a guardare la scena fino all'arrivo dell'ambulanza. I conducenti delle due auto distrutte, che erano già intenti ai preliminari, si assicurarono che la barella fosse matrimoniale, poi salirono insieme e abbassarono le tendine. L'ambulanza accese la luce rossa e partì, molleggiando sugli ammortizzatori.

SBRANG!

Sull'altro versante del cavalcavia, un camion con rimorchio aveva investito un furgoncino da idraulico, sollevandolo sull'avantreno e facendolo ribaltare su un fianco.

- Posizione della gru. - valutò Dexter, in tono già eccitato - Non eccessivamente fantasiosa, ma indice di un buon rapporto con l'Eros. Stimolante per entrambi i partner.

- Mmmhhh. - fece Rosette - Questo mi piace... Se però ci fosse anche qualche amplesso misto quattro-due ruote.

SBRANG!

- Ecco, proprio quello che ci voleva.

James si voltò di nuovo verso la sopraelevata. Un centauro in tuta argentea, di quel colore brillante che caratterizza tutta la produzione artistica degli acquarellai danesi del primo novecento, aveva appena cozzato contro la portiera lato passeggero di una Land Rover 4x4. La moto si era accartocciata contro i tubolari rinforzati del fuoristrada, e il centauro era schizzato via trascinato dalla sua stessa velocità, per poi stamparsi clamorosamente su un cartellone pubblicitario semicancellato dagli agenti atmosferici.

- Ohhh! - mugghiò Rosette, avvinghiandosi a Dexter e conficcandogli le unghie viola nella carne della schiena - Fallo anche a me, presto!

I due cominciarono a darsi da fare contro un cartello indicatore sbiadito che consigliava di accendere i fari in caso di nebbia. James, piacevolmente sorpreso ed eccitato, continuò a lungo ad annotare tutte le posizioni di quel kamasutra da autoscontro. Ne contò quarantasei distinte prima che facesse buio.

Controllò l'orologio. Le sette e trenta. Pensò di proporre a Dexter e Rosette, appiedati, un passaggio in città, ma i due erano ancora avviluppati tra loro come polipi in una composizione di Philip Schooner. James aveva sempre pensato che nulla durasse più a lungo delle paure, ma in quel frangente capì di essersi sbagliato.