Sembrano passati secoli invece sono solo cinque o sei gli anni passati da quando le nostre città erano tappezzate con enormi poster che raffiguravano un vecchietto con la berretta e una nazionale senza filtro penzolante dalla bocca. Era "il bello di internet", la personificazione di Virgilio, il motore di ricerca tutto italiano fondato nel 1997 dalla Matrix, una delle new economy company più fortunate.

Nato come semplice directory, a imitazione del primissimo Yahoo!, Virgilio offriva in quei primi anni degli utilissimi itinerari che aiutavano a districarsi il navigatore di quell'ancora inesplorato mondo del web. Tra questi ce n'era anche uno dedicato alla fantascienza, curato dalla redazione di Fantascienza.com, che andò avanti per due o tre anni.

Poi la logica del mercato pubblicitario, che si andava contraendo e che premiava solo i siti leader per numero di accessi, trascinò anche Virgilio trasformandolo in un calderone onnicomprensivo. Il passaggio al gruppo Seat Pagine Gialle portò alla fusione con Tin.it e alle sinergie con il canale televisivo La7; poi la scissione del gruppo in Seat e Telecom Italia Media e la successiva ri-fusione con la Telecom Italia di Tronchetti Provera. E siamo arrivati ai giorni nostri: per il vecchietto rugoso con la sigaretta in bocca è venuto davvero il momento di andare in pensione. Da fine novembre al posto del logo di Virgilio ci sarà quello di Alice, il nome scelto da Telecom Italia per vendere il suo servizio di accesso alla rete in banda larga. Mentre il core business passa sempre più dal settore editoriale alla vendita al dettaglio della banda, il simpatico e autoironico vecchietto viene sostituito dalla più classica icona della bella svampita che fa arredamento ma è incapace di dire più di due parole.

Telecom promette una politica sempre più aggressiva sulla banda larga e questo è un bene per internet e per lo sviluppo dell'Italia, ma dal punto di vista dell'immagine ci sembra che si sia perso qualcosa.

Ciao Virgilio, ci mancherai.