- Grazie per la linea e buona giornata a tutti, se così possiamo dire. Consigliamo vivamente ai milanesi di non uscire di casa. Il traffico ha raggiunto livelli impossibili e le code si muovono di circa quindici centimetri all'ora. Vi sono ingorghi in ogni punto della città.

- Anche qui? - Gli venne da chiedere a Fosco ancora in preda alle contrazioni.

- Qui dove ? - rispose il commentatore radiofonico.

- Qui, vicino a via Piacenza.

- Soprattutto in via Piacenza - disse con convinzione lo speaker. - Dove deve andare?

- Devo incontrare la mia collega, al laboratorio di medicina legale.

- E' carina?

- Ma che ti frega a te!

- Be', certo... In quale via devi andare, allora?

- Via Prina.

- Numero civico?

- Al 42, naturalmente.

- Bene, bene. Ti conviene mettere la retro e contattare la gallinella al cellulare. Secondo i nostri calcoli, alla velocità con cui l'ingorgo si sposta potresti arrivare al laboratorio dopodomani, sul tardi.

- Grazie. - disse Fosco perplesso per quell'incubo che stava vivendo in stato confusionale da peperonata.

- E' un piacere aiutare i nostri ascoltatori. E ora ridiamo la linea al Dj Bamba per un'altra ora di rilassante Techno Dance, il ritmo della città!

Fosco stava avendo un'altro giramento di testa. Buttò il braccio destro verso il sedile posteriore alla ricerca del cellulare. Quando toccò qualcosa di duro lo portò all'orecchio, ma sobbalzò. Non aveva preso il cellulare, ma un piccione morto che aveva caricato mesi addietro e al quale voleva far fare un'autopsia all'agente Pasculli. Era convinto che fosse morto per via di un misterioso rito voo-doo della Comasina, ma purtroppo si era sempre scordato di portare il volatile in laboratorio e adesso la macchina puzzava un po' di marcio. Ributtò la carcassa alle sue spalle e finalmente impugnò il cellulare. Digitò il numero di Loredana e attese.

"Telecom Italia, l'utente da voi chiamato potrebbe avere il terminale spento, oppure è al gabinetto e non può rispondere."

- Dài Pasculli - gracchiò - esci dal cesso. L'ultima volta ci hai messo mezza giornata per truccarti e poi sembravi Fantomas!

Alle tre di notte l'agente Muldèr non aveva superato il secondo isolato. L'ingorgo non lasciava speranze e Loredana Pasculli continuava a non rispondere. In lontananza un cane abbaiava, un ortolano urlava "tenimmo 'a verdura chiù bella assai", mentre i semafori parevano impazziti. Molto strano, pensò l'agente Muldèr, davvero molto strano. Sono certo che non si tratta di normali coincidenze: tutti questi particolari fanno parte di un unico e misterioso XL file!

Decise di lasciare la macchina in mezzo alla strada e di rientrare a piedi al suo appartamento. Se solo Loredana avesse acceso il cellulare. Forse non si era sentita bene, pensò, ed era rimasta in casa scollegandosi con il mondo esterno.

Anche a piedi fu difficile districarsi dall'ingorgo. Si era formato un biscione di pedoni impazziti pronti a morsicare chiunque avessero avuto per le mani. Tra le lamiere delle auto ferme in colonna agli incroci, il paesaggio transilvanico per via dello smog dei tubi di scappamento e la coda di passanti che spingeva in direzione opposta a dove era diretto Fosco, l'agente Muldèr ci mise oltre tre ore a tornare a casa, due isolati più indietro.

La giornata era stata davvero lunga e improduttiva. Ormai era quasi mattina, e si meritava una bella dormita. Salendo a piedi i sei piani si accorse improvvisamente di non avere le chiavi di casa nel cappotto. - Ancora voi, maledetti alieni - bestemmiò. - Lo so che adesso dovrò tornare alla macchina per cercarle e voi vi divertirete un mondo alle mie spalle. Ma un giorno vi distruggeremo, parola di Fosco Muldèr - Stava per ridiscendere le scale quando vide le chiavi appese nella serratura.