Si va in scena

L'immagine creata da Festino per la copertina del numero 41 di <i>Robot</i>
L'immagine creata da Festino per la copertina del numero 41 di Robot
Intanto ci preparavamo per l'annuncio ufficiale, che avevamo deciso di dare alla manifestazione Il futuro in gioco, a Milano all'inizio di dicembre. Da pochi giorni era arrivata l'immagine per la copertina, creata da Giuseppe Festino, che riprendeva il robot abbandonato nella discarica che aveva disegnato per la copertina dell'ultimo numero facendolo risorgere, grazie all'intervento di un bellissimo robot dorato: con un tocco di genio, però, perché l'immagine riprendeva anche con protagonisti diversi la scena dell'immagine di copertina del numero 1 di Robot, un'illustrazione acquistata tramite agenzia fotografica della quale tuttora si ignora l'autore.

L'immagine creata da Festino fu inserita nel progetto grafico della copertina, e fu preparato un volantino, per il quale fu coniato il motto "Abbiamo risvegliato il sogno", e anche l'altra frase, di origine un po' trekkiana, che abbiamo utilizzato molto per presentare la rivista: "Tutte le belle cose finiscono. Ma a volte ricominciano".

Fu anche preparato un minisito nel quale i visitatori avrebbero potuto lasciare un indirizzo per essere avvisati delle novità nella preparazione della rivista.

Il 5 dicembre, di fronte a una saletta non proprio gremita di persone ma comunque con un discreto pubblico, alla fine di una tavola rotonda sulle riviste di fantascienza in Italia al quale partecipavamo io, Curtoni, Lippi e Malaguti, Vic si schiarì la gola e fece il grande annuncio. Ci fu un momento di silenzio, e poi un grande e sincero applauso. Fu lì che capimmo davvero che non eravamo gli unici ad avere quel sogno.

Nei giorni successivi il sito che avevamo preparato raccolse decine, centinaia di indirizzi email di persone ansiose di sapere di più sul progetto. L'interesse era tanto, tantissimo: giornalisti delle più svariate testate, da Focus a Donna Moderna, da Capital a Panorama, da Selezione a Fumo di China, accoglievano con entusiasmo il ritorno di una rivista che aveva significato moltissimo anche per loro, e promettevano recensioni e segnalazioni.

Il 1 febbraio veniva ufficialmente aperta la campagna abbonamenti. Nel giro di un solo giorno venivano raccolti più di cento abbonamenti, persone che versavano una quota di euro non indifferente, 32, per abbonarsi a una rivista che non era ancora uscita, stampata da una casa editrice piccola e di recente costituzione, dimostrando un entusiasmo e una fiducia nell'impresa che ci ripagava - e non parliamo certo degli euro - di tutti gli sforzi fatti.