Pregiudizi e postgiudizi

Dopo che il mio articolo "La deliziosa arte dello scoprire sciocchezze" uscì su Parade (Feb. 1, 1987), ho ricevuto, come potrete immaginare, molte lettere. Sessantacinque milioni di persone leggono Parade. Nell'articolo davo una lunga lista di cose che descrivevo come "sciocchezze dimostrate o presunte" - trenta o quaranta voci. Sostenitori di tutte quelle posizioni furono uniformemente offesi, così ricevetti molte lettere. Davo anche un insieme di prescrizioni molto elementari su come pensare di fronte alle sciocchezze - argomenti tipo l'autorità non funziona, ogni passo nella catena delle prove deve essere valido, e così via. Molte persone scrissero dicendo: "Lei ha assolutamente ragione per quanto riguarda le altre cose; sfortunatamente ciò non si applica alla mia dottrina particolare". Per esempio, una lettera diceva che l'idea che vita intelligente potesse esserci al di fuori della terra è un esempio eccellente di sciocchezza. E concludeva: "Sono sicuro di ciò come di qualsiasi altra cosa nella mia esperienza. Non c'è vita cosciente in nessun altro luogo nell'Universo. Così l'umanità ritorna al suo giusto posto al centro dell'Universo".

Un altro era anche lui d'accordo con la mia impostazione generale, ma disse che come scettico inveterato io avevo chiuso la mia mente alla verità. Soprattutto ho ignorato le prove secondo cui la terra sarebbe vecchia di soli seimila anni. Beh, non le ho ignorate; ho considerato le prove presunte e poi le ho rifiutate. C'è una differenza, e questa è una differenza, potremmo dire, tra pregiudizio e postgiudizio. Pregiudizio è dare un giudizio prima di aver considerato i fatti. Postgiudizio è dare un giudizio dopo. Il pregiudizio è terribile nel senso che si commettono ingiustizie e si fanno seri sbagli. Il postgiudizio non è così terribile. Naturalmente non si può essere perfetti; ci si potrebbe sbagliare anche qui. Ma certo è corretto dare un giudizio dopo aver esaminato l'evidenza

La sete di meraviglia

Credo che parte di ciò che alimenta la scienza sia la sete di meraviglia. E' un'emozione molto potente. Tutti i bambini la sentono. In una prima elementare la sentono tutti; in una quinta superiore quasi nessuno la sente, o la riconosce. Qualcosa accade tra la prima elementare e la quinta superiore e non è solo la pubertà. Non solo le scuole e i media non insegnano lo scetticismo, c'è anche poco incoraggiamento a questo provocante senso di meraviglia. Scienza e pseudoscienza stimolano entrambe questa sensazione. Una povera popolarizzazione della scienza stabilisce una nicchia ecologica per la pseudoscienza.

Se la scienza venisse spiegata alla persona media in un modo che sia accessibile ed eccitante, non ci sarebbe posto per la pseudoscienza. Ma c'è una certa legge di Gresham secondo cui nella cultura popolare la scienza cattiva scaccia quella buona. E per questo penso che la colpa sia, prima di tutto, della stessa comunità scientifica per non aver fatto un lavoro migliore nel popolarizzare la scienza e, in secondo luogo dei media, che in questo rispetto sono quasi uniformemente spaventosi. Ogni quotidiano in America ha una colonna quotidiana dell'oroscopo. Quanti hanno una colonna almeno settimanale di astronomia? E credo sia anche colpa del sistema educativo. Non insegniamo come pensare. Questa è una mancanza molto seria che, in un mondo equipaggiato di 60.000 armi nucleari, potrebbe anche compromettere il futuro dell'umanità.

Io sostengo che ci sia molta più possibilità di meraviglia nella scienza che nella pseudoscienza. E inoltre, in qualunque misura questo termine abbia significato, la scienza ha l'ulteriore virtù, e non è irrilevante, di essere vera.