Il nome dello shuttle: Discovery. La sigla della missione: STS-114. A bordo: sette persone. A capo della missione che riporterà uno shuttle in orbita dopo oltre due anni di stop ci sarà Eileen Collins, classe 1956, già comandante dello shuttle Columbia nel 1999, alla sua quarta partecipazione a una missione shuttle. Gli altri membri dell'equipaggio saranno Wendy Lawrence, Soichi Noguchi, Andrew Thomas, Stephen Robinson e Charles Camarda come specialisti di missione, e James Kelly come pilota. La finestra di lancio si aprirà domani, 13 luglio, e si chiuderà il 31, mentre la durata prevista della missione è di 11 giorni, 19 ore e 10 minuti. Oltre alla consegna di cibo ed equipaggiamenti alla Stazione Spaziale Internazionale (SSI), e ad alcune attività di montaggio relative a moduli della SSI stessa, il piano di volo della missione prevede la verifica delle nuove procedure di sicurezza che si sono rese necessarie dopo l'incidente occorso al Columbia, legate soprattutto alla progettazione del nuovo serbatoio di idrogeno liquido e alla ricerca di impatti potenzialmente pericolosi contro lo scafo del veicolo. A tale scopo nuovi sistemi video installati a terra e a bordo osserveranno l'esterno della navetta durante il lancio e in orbita. Inoltre nel secondo giorno di volo è prevista un'accurata ispezione esterna dello scafo sia con telecamere che con laser per verificare la presenza di eventuali danneggiamenti. Analogamente, il giorno successivo, durante l'avvicinamento alla SSI, verranno effettuate alcune manovre tali da mostrare lo scafo dello Shuttle all'equipaggio della Stazione per verificare ulteriormente la presenza di qualche danneggiamento. Se qualcosa di anomalo verrà avvistato, l'equipaggio potrà intervenire. E, anche se attualmente non c'è ancora la capacità di intervenire su ogni potenziale tipo di danno che può avvenire all'esterno dello shuttle, un certo numero di riparazioni potranno essere fatte. Quel che è certo è che da questo volo dipende molto della ripresa del programma spaziale americano, comprese le nuove mete indicate da George W. Bush come il ritorno sulla Luna e la conquista di Marte. Come si può pensare di raggiungere traguardi del genere, quando si ha difficoltà a fare qualcosa di semplice come mettersi in orbita intorno alla Terra? In bocca al lupo, dunque, ragazzi! E se, nell'istante in cui comincerete a sentirvi spingere contro i sedili, non potrete fare a meno di pensare almeno un istante ai vostri predecessori che non ce l'hanno fatta e hanno scritto il loro nome sulla lista degli eroi dell'esplorazione spaziale, non preoccupatevi. Dalla vostra c'è il conforto che tutto ciò che doveva essere fatto è stato fatto, che ci sono nuovi strumenti e nuove procedure, ma magari incrociate anche le dita, che non si sa mai...