The prisoner è un caso completamente atipico nei serial di fatascienza televisivi. Strizza l'occhio a tematiche care alla SF degli anni '60 (la sociologia, le droghe, la ribellione dell'individuo ai regimi totalitari) e anticipa qualche corrente sviluppata in anni più recenti (il binomio realtà/illusione, ad un passo dalla realtà virtuale), con una originalità insolita, tenendo conto che che gli episodi non sono permeati di effetti speciali o "buonismi" alla Star Trek, per intenderci.

Un uomo, probabilmente un agente segreto, ha scoperto qualcosa e rassegna le dimissioni dal servizio. Ma poco dopo viene drogato da qualcuno e rapito. Si risveglia in una copia identica del suo appartamento, ma non più a Londra, ma in un misterioso "villaggio" dove tutti gli abitanti si chiamano per numero (lui scoprirà di essere il "numero 6"). Fuggire dal Villaggio è impossibile: grandi palloni volanti si avvicinano al fuggitivo e lo ricacciano indietro, o nel peggiore dei casi lo uccidono soffocandolo.

Il prigioniero è interpretato e prodotto da Patrick McGoohan, attore di origine americana ma stabilitosi in Inghilterra nella giovinezza. Divenuto popolare alla TV per aver interpretato il ruolo dell'agente segreto Drake in Danger man, McGoohan utilizzerà come spunto l'esperienza acquisita in precedenza per proiettare un personaggio simile in un mondo diverso, chiuso, opprimente in cui le regole di sopravvivenza sono dettate da un sistema autoritario.

Italia 1, dopo aver riscoperto i Thunderbirds, ora propone nello stesso slot orario - il lunedì a mezzanotte - questa serie rimasta nella leggenda e dal forte impatto emotivo, forse una delle migliori serie degli anni sessanta (furono prodotti 17 episodi tra il 1966 e il 1967). E le domande sono ancora le stesse: perché numero 6 è stato rapito? perché si è licenziato? dov'è il villaggio? chi è il numero 1?

We want information-information-information.

Who are you?

I am Number Two

Who is Number One?

You are Number Six

I'm not a number, I'm a free man!