La sala era gremita come un uovo, con capannelli di uomini in piedi che intasavano le corsie laterali, e tutti vociavano, battevano le mani ritmando i soliti slogan maschilisti. Parlò il presidente del circolo, e quando la sua prolusione ebbe termine fu sommerso da un lungo scroscio di applausi. Parlò il vice-presidente, in mezzo a una selva di approvazioni, e anche altri parlarono, anche loro ottenendo il plauso dell'assemblea. Finalmente, ecco comparire alla ribalta Donald Kusko. Nella sala calò improvviso il silenzio.

Era un uomo gracile, pallido sotto la luce dei riflettori, molto diverso dall'immagine che compariva sul risvolto di copertina dei suoi libri. La sua aria di leone sognante sembrava come svanita. Anche la voce, quando esordì con un deludente e scontato "Amici carissimi", suonava impacciata e flebile.

-- Amici carissimi, -- ripetè Donald Kusko con lo sguardo che vagava spaurito per tutta la sala. -- Mi hanno annunciato a voi come il depositario di una rivelazione sensazionale. E' vero, sono qui per rendervi partecipi dei risultati rivoluzionari cui è giunta la spedizione capeggiata da Stefano Kornig, luminare di fama mondiale, uno dei pochi scienziati di sesso maschile che siano riusciti ad emergere in un campo a noi sempre precluso. Di quella spedizione, composta tutta di uomini, ho modestamente fatto parte anch'io, in qualità di giornalista. Mi riferisco agli scavi effettuati a nord del Grande Lago Azzurro, sotto le rovine di un antico monastero. La stampa ha seguito con ironia e dileggio i lavori della nostra spedizione, anche perché, a bella posta, abbiamo per lungo tempo taciuto gli sconvolgenti risultati delle nostre ricerche. Volevamo essere prima ben certi della giustezza delle conclusioni, trattandosi di reperti che risalgono a più di cinquecento anni or sono, quando la Grande Catastrofe non s'era ancora abbattuta sul nostro pianeta...

L'assemblea respirava appena, ammutolita, tutti attendevano con il fiato sospeso. Donald Kusko prese coraggio, la sua flebile voce salì d'una ottava e divenne quasi stentorea.

-- Ebbene, amici carissimi, i reperti che Koenig ha riportato alla luce comprovano ciò che per lungo tempo avevamo timidamente sospettato. Amici, c'è stato un tempo in cui le strutture della nostra società non erano quelle che sono, un tempo in cui il dominio del mondo era appannaggio esclusivo del sesso maschile. Oggi possiamo finalmente sostenere, senza tema di smentite, che l'attuale cultura smaccatamente femminista è una cultura falsa e posticcia che riposa su un cumulo di spudorate menzogne, abilmente costrulte lungo un arco di tempo più volte centenario per ridurci nella soggezione più umiliante. Ci hanno fatto credere che Newton ed Einstein fossero donne. Ci hanno fatto credere che tutto il sapere pazientemente costruito in millenni e millenni di storia fosse dovuto all'ingegno femminile, che gli altissimi traguardi raggiunu dal genere umano nell'arte, nella scienza, nella filosofia portassero un suggello muliebre, relegando noi uomini in quel ruolo subalterno e improduttivo che invece è sempre stato, almeno fino a cinque secoli or sono, il ruolo della donna. Così, abbiamo accettato una "Critica della Ragion Pura" scritta da Manuela Kant, abbiamo accettato una "Fenomenologia dello Spirito", riveduta e corretta, che ha per autrice Georgina Federica Hegel, abbiamo accettato che le opere più alte dell'ingegno risultassero il parto di una presunta e conclamata creatività femminile. Che non è mai esistita, amici carissimi. I reperti del Grande Lago Azzurro parlano chiaro: tutto ciò che di geniale e di sublime è stato mai prodotto in tutti i campi a partire dalla notte dei tempi porta il marchio inconfondibile del genio maschile. Tutto, anche la religione. Negli anni della Grande Catastrofe, quando purtroppo nasceva un maschio per ogni cento femmine e il nostro sesso si è visto giocoforza relegato a semplici mansioni riproduttive, le donne hanno approfittato della nostra minoranza numerica per usurpare il nostro dirltto, per sconvolgere e manipolare la storia, per sottrarci a poco a poco il potere. La stessa religione ha cambiato sesso, la casta sacerdotale è divenuta monopolio esclusivo delle donne, e l'Ente Supremo, il Principio Unico, radice fallace o veritiera di ogni umana riflessione. si è visto costretto ad assumere un simulacro femminile, con ingannevole astuzia eretto a pilastro trascendente della nostra conclamata inferiorità, che tale sarebbe per volere divino. Siamo la costola di Eva, si dice. Invece, è vero il contario: è la donna che, secondo il libro della Genesi, è stata tratta da una costola di Adamo. Così affermano le sacre scritture, quelle originali, quelle che risalgono agli albori della civiltà, prima che la serpentesca furbizia femminile falsificasse anche il mito e la leggenda. In attesa che i risultati della spedizione Koenig venissero ufficialmente resi di dominio pubblico, ho pensato bene di anticipare secondo un modulo narrativo scherzoso e apparentemente innocuo le conclusioni di un lavoro collegiale che per lunghissimi mesi ha assorbito le energie di un gruppo di cervelli di prim'ordine. Amici, quel che ho scritto nel mio libro non è una comoda finzione per pervenire al successo, ma la sacrosanta verità, e l'estrapolazione attendibile condotta sui veri testi sacri, è la denuncia ironica, ma spietata, della colossale mistificazione che per cinque secoli ha tenuto il campo.